Imprese, ora chi sbaglia paga. L'Ue accelera su diritti e ambiente

Un accordo storico che impegna il settore industriale. Ma non mancano le critiche

di Daniele Rosa
Economia

Europa, un accordo storico che impegna le aziende

“Le aziende europee dovranno identificare, valutare, prevenire, porre fine e soprattutto riparare gli impatti negativi del loro operato sulle persone e sul pianeta” è questo il senso dell’accordo, storico per molti versi, portato a termine dall’Unione Europea. Per ottemperare a questi obblighi dovranno fare investimenti, chiedere garanzie contrattuali ai loro partner, migliorare i loro piani aziendali o fornire sostegno alle medie e piccole imprese con cui lavorano.

Questa legislazione innovativa stabilirà standard europei e globali per catene di valore più sostenibili nelle grandi aziende. L’Unione Europea ha concordato norme per rafforzare la responsabilità delle imprese in materia di ambiente e rispetto dei diritti umani, soprattutto in materia di sfruttamento del lavoro minorile, e che prevedono sanzioni per le grandi aziende che non soddisfano gli standard minimi di "due diligence".

Europa, la Corporate Sustainability Due Diligence Direttiva

Lo si farà attraverso una regolamentazione, la Corporate Sustainability Due Diligence Direttiva (CSDDD), che stabilisce una serie di obblighi per le grandi aziende in merito agli impatti “attuali e potenzialmente negativi” sui diritti umani e sull’ambiente delle proprie attività, ma anche delle controllate e pure quelle svolte dai suoi partner commerciali. Questo accordo permetterà di ricordare le vittime di tanti disastri come quello del crollo, dieci anni fa, del complesso industriale alla periferia di Dacca (Bangladesh), che provocò 1.130 morti e oltre 2.500 feriti con sconvolgimenti internazionali sulle condizioni di lavoro, soprattutto nell'industria tessile. E' un accordo che rappresenta un punto di partenza per dare forma all’economia del futuro, un’economia che anteponga il benessere delle persone e del pianeta ai profitti di breve termine.

Europa , tante le aziende coinvolte in questo accordo

Quali le aziende che , dopo la ratifica della legislazione da parte di Consiglio e Parlamento europeo, saranno obbligate a seguire la legge? Le aziende interessate sono quelle con un fatturato superiore a 150 milioni di euro e più di 500 dipendenti. Ma anche le più piccole, con 250 dipendenti e un fatturato di 40 milioni, se almeno la metà di questo è generato in settori particolarmente sensibili alle violazioni ambientali o allo sfruttamento minorile come tessile, agricoltura, lestrazione mineraria o edilizia.

Le aziende che non rispettano i requisiti potranno prendere sanzioni di diverso genere: dalla denuncia pubblica che può offuscare il credito di un'azienda, a multe per un valore non inferiore al 5% del fatturato globale netto dell'azienda incriminata. Inoltre, il rispetto delle regole sarà un criterio da considerare nell'aggiudicazione di concessioni e appalti pubblici nell'Ue, come richiesto dal Parlamento europeo che, generalmente, impone condizioni più rigorose rispetto agli Stati in termini di difesa dei diritti. 

Europa, le norme saranno anche per le imprese extraeuropee

Le norme dovranno essere rispettate anche dalle aziende extraeuropee e dalle loro società madri con un fatturato di 300 milioni di euro nell'UE, anche se la direttiva si applicherà solo tre anni dopo l'entrata in vigore. Con questo accordo, le aziende saranno ora responsabili di eventuali abusi nella loro catena del valore. L'accordo è stato accolto favorevolmente, in termini generali, dalle organizzazioni civili che chiedono da anni una maggiore responsabilità aziendale. Commenti generalmente favorevoli da parte delle organizzazioni civili ma anche diverse critiche. In primis il fatto che il settore finanziario sia stato escluso, per il momento, dalla regolamentazione.

Poi perchè, secondo alcuni osservatori, nonostante L’accordo rappresenti una pietra miliare, il percorso verso la lotta all’impunità aziendale è ancora lungo. E' considerato un grosso limite l'aver escluso parte della responsabilità climatica e i potenti attori finanziari. Per altre organizzazioni “l’accordo è un insulto alle persone e alle comunità che subiscono i gravi danni a cui contribuiscono i finanziatori europei a livello globale, poiché i regolamenti hanno ignorato la finanza come forza chiave dell’economia". In risposta alle critiche il Consiglio Ue ha affermato in un comunicato che il settore finanziario è stato “temporaneamente escluso” a causa di una valutazione d’impatto “insufficiente”, ma non è esclusa la sua inclusione in futuro. Ma un passo avanti nella difesa delle persone e del paneta sembra essere stato fatto.

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