Industria Italiana Autobus, il titolo balza con l'arrivo dei cinesi: previste 60 nuove assunzioni

Il nuovo partner da Pechino, il cui nome è ancora sconosciuto, rileverà il 25% della società

di Redazione Economia
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Industria Italiana Autobus, i cinesi pronti a entrare per rilanciare la produzione

La ex BredaMenarinibus, ora Industria Italiana Autobus (Iia), sta per attraversare una fase cruciale della sua trasformazione grazie all'ingresso di un partner cinese, pronto a prendere una partecipazione del 25% nel capitale sociale dell'azienda, che al momento è controllata al 98% da Seri Industrial con la partecipazione di Invitalia (2%).

Secondo Adolfo Urso, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, la trattativa con il socio cinese è già a uno stadio molto avanzato e prevede un investimento volto a potenziare la produzione dei veicoli commerciali. Se inizialmente si era parlato del China City Industrial Group (Ccig), uno dei colossi del settore, alla fine un altro marchio cinese potrebbe entrare in società con il gruppo casertano.

L’attuale piano industriale di Lia, guidato da Seri Industrial, prevede quindi una significativa ristrutturazione. La produzione sarà concentrata nello stabilimento di Flumeri, in Campania, mentre quello di Bologna si trasformerà in un centro di ricerca e sviluppo. In questo contesto il trasferimento dei 77 operai da Bologna a Flumeri ha suscitato anche un acceso dibattito da parte dei sindacati, che hanno minacciato lo sciopero immediato. 

Inoltre, durante  il tavolo di aggiornamento su Industria Italiana Autobus, l’azienda ha ribadito di voler guardare con determinazione alla transizione verso l’elettrico, incrementando l’occupazione sia nell’area di ricerca e sviluppo di Bologna, che rimarrà centrale nei piani dell’azienda con l’assunzione di 60 nuovi dipendenti, sia con un’ulteriore ingresso di 180 lavoratori nello stabilimento produttivo di Flumeri, in provincia di Avellino.

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I sindacati sono particolarmente preoccupati per l’impatto dell’arrivo del socio cinese. Temono che la nuova partecipazione possa trasformare Lia in un veicolo per la commercializzazione di autobus cinesi a discapito della produzione nazionale. La Fiom-Cgil ha sottolineato che è fondamentale mantenere la produzione in entrambi i siti, Bologna e Flumeri, e che ogni decisione dovrà garantire il rispetto della produzione e del lavoro italiano.

D'altra parte il ministero, però, smentisce le preoccupazioni. Secondo fonti del Mimit, non c’è alcuna intenzione di far diventare Lia un veicolo per la commercializzazione di autobus cinesi. Al contrario, il piano industriale prevede un incremento della produzione di autobus realizzati in Italia, con una produzione giornaliera che dovrebbe passare da 1 a 5 mezzi.

Con la notizia dell'arrivo dei cinesi, il titolo della controllante Seri Industrial non è rimasto fermo, e festeggia con un rialzo dell'1,19% a quota 3,82 euro per azione.