Inflazione Usa oltre le stime, sfuma il taglio dei tassi a giugno

L'inflazione corre negli Usa. Sfumano i sogni delle famiglie americane, i tassi rimarranno alti ancora a lungo

di Redazione Economia
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Usa, sfuma il taglio dei tassi a giugno: l'inflazione continua a galoppare

Cala l’inflazione negli Usa, ma non abbastanza. "L'inflazione è scesa dal suo picco (nel giugno 2022), ma c'è ancora molta strada da fare per abbassare i costi per le famiglie", ha ammesso il presidente degli Stati Uniti Joe Biden. "Chiedo alle aziende, compresi i supermercati, di utilizzare i loro profitti record per abbassare i prezzi", ha insistito.

"Possiamo dire addio alla possibilità di un taglio dei tassi a giugno. La mancanza di progressi verso l'obiettivo del 2% è ormai una tendenza", ha dichiarato Greg McBride, capo analista finanziario di Bankrate, in una nota. "Non c'è stato alcun miglioramento, stiamo andando nella direzione sbagliata e le principali aree problematiche persistono", ha aggiunto.

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Nel dettaglio, l’aumento dei prezzi al consumo ha continuato ad accelerare il mese scorso, raggiungendo il 3,5% su base annua rispetto al 3,2% di febbraio, secondo l'indice Cpi pubblicato dal Dipartimento del Lavoro, deludendo ancora una volta gli analisti che speravano in un aumento meno marcato.

L'inflazione, invece, è rimasta invariata su base mensile, allo 0,4%, come nel mese precedente, mentre il consenso era per una leggera decelerazione allo 0,3%, secondo MarketWatch. L'inflazione 'core', cioè quella che esclude l'energia e gli alimenti ed è quindi considerata meno volatile, è rimasta invariata su un anno al 3,8%, mentre gli analisti speravano che continuasse il suo graduale rallentamento, e su un mese allo 0,4% rispetto a febbraio, che pure era previsto in leggero rallentamento.

L'andamento dei prezzi negli Stati Uniti è un tema particolarmente sensibile in questo anno elettorale, in cui il presidente democratico uscente Biden ha inizialmente cercato di incentrare la sua campagna sul successo della sua politica economica. Ma la percezione degli elettori si è rivelata molto diversa dai dati macroeconomici, anche perché i prezzi sono aumentati in modo molto più marcato da oltre due anni.

Come ci si poteva aspettare, i mercati hanno reagito negativamente ai dati dell’inflazione americana. Wall Street ha aperto, con tutti e tre gli indici in calo nei primi scambi, tra lo 0,94% (Dow Jones) e l'1,22% (Nasdaq). Anche le Borse europee frenano vedendo affievolirsi le speranze di un allentamento della politica monetaria della Fed in tempi rapidi.

I future di Wall Street che prima erano positivi sono in territorio negativo e gli indici europei che prima avevan virano in negativo hanno, infine, chiuso la seduta in terreno positivo. In particolare, Milano guadagna lo 0,28%, Francoforte lo 0,11% mentre Parigi viaggia sul -0,04%. Infine, Londra guadagna lo 0,33%.