IA, il ruolo chiave di Leonardo, Eni e Ion nella strategia italiana

Leonardo, Eni e Ion sono al centro della trasformazione dell'ecosistema dell'intelligenza artificiale in Italia

di Redazione Economia
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Intelligenza artificiale, l'innovazione italiana è nelle mani di Leonardo, Eni e Ion

Nel vortice della rivoluzione tecnologica, l'Intelligenza Artificiale (IA) emerge come l'asso nella manica del progresso, generando ferventi discussioni su come possa plasmare il nostro futuro. Mentre le critiche si concentrano spesso sui rischi connessi all'IA, è imperativo estendere lo sguardo per abbracciare le innumerevoli opportunità che essa pone sul tavolo. L'Europa, con la sua prospettiva lungimirante nella definizione di regole per l'IA, si erge come faro guida per una gestione consapevole di questa forza tecnologica. Soprattuto alla luce di un contesto geopolitico così complesso, in cui è compito della classe dirigente tracciare una rotta che intrecci progresso e valori, offrendo ai cittadini un percorso sicuro in questo mare tempestoso.

Come riportato dal Corriere della Sera, un sondaggio presentato a Davos, basato su oltre 4.700 interviste a manager e CEO, evidenzia una preoccupazione predominante: la riduzione del 5% della forza lavoro a causa dell'implementazione dell'IA. Tuttavia, questo dato nasconde una realtà più sfaccettata: il 47% degli intervistati prevede un incremento della redditività grazie all'IA. Un tale contrasto sottolinea quindi l'importanza di un approccio bilanciato, che consideri sia i rischi sia i benefici derivanti dall'uso dell'Intelligenza Artificiale.

L'Italia, con i suoi supercomputer di punta come quelli di Eni e Leonardo, nonché il Leonardo del Cineca, costruito nell'ambito di un'iniziativa europea per una rete di supercomputer, si pone sul palcoscenico globale gareggiando con potenze come Cina e Stati Uniti. Queste realtà tecnologiche avanzate, assieme a iniziative private come quella di Andrea Pignataro con Ion, indicano che l'IA può essere un volano significativo per l'economia nazionale, contribuendoa al contempo al finanziamento di ricerche condotte da istituzioni prestigiose come Bocconi, Politecnico e Bicocca.

Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale dell'IA serve un cambio di atteggiamento, soprattutto in materia politica. L'attenzione alla crescita economica dovrebbe superare la mera redistribuzione, concentrandosi sulla creazione di ricchezza attraverso l'incoraggiamento delle imprese, sia pubbliche che private. In questo caso, ascoltare le voci degli imprenditori è essenziale al fine di comprendere le leve che possono facilitare il loro sviluppo e, di conseguenza, quello del Paese. Inoltre, è imprescindibile uscire dal circolo vizioso di una politica autoreferenziale, focalizzata quasi esclusivamente su candidature e campagne elettorali. Una visione più ampia e lungimirante, che abbracci le potenzialità dell'AI, potrebbe non solo rinvigorire l'economia, ma anche aprire nuovi orizzonti di sviluppo e innovazione.

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