Intesa Sanpaolo, entro il 2026 la distribuzione di capitale sfiorerà gli 8 mld

Secondo un'analisi di JP Morgan il margine di interesse di Intesa Sanpaolo scenderà solo del 6% nel 2025

di Redazione Economia
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JP Morgan su Intesa Sanpaolo: "La distribuzione totale del capitale passera da 7,1 miliardi nel 2023 a 7,8 miliardi nel 2026"

JP Morgan e HSBC continuano a raccomandare un sovrappeso (overweight) nel portafoglio del titolo Intesa Sanpaolo, basandosi su indicatori solidi come il rendimento del patrimonio netto tangibile (Rote) dell'18% e un rendimento ricorrente del 14% nel periodo 2024-2026, che è uno dei più alti nel settore bancario.

Secondo quanto riporta Milano Finanza, il target price è stato rivisto al rialzo, con JP Morgan che lo porta da 3,8 a 3,9 euro dopo una revisione al rialzo delle stime di utile per azione nei prossimi anni. Anche HSBC ha aumentato il target price da 3,50 a 3,70 euro, ribadendo il rating di acquisto e sottolineando il contributo significativo dell'hedging (la copertura dei rischi nelle operazioni di compravendita), che il consenso di mercato sembra non considerare pienamente.

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Inoltre, nell'analisi si prevede una leggera diminuzione del margine di interesse di Intesa Sanpaolo fino al 2025, ma in misura inferiore rispetto alle aspettative precedenti, con una stima che tiene conto di tassi Euribor a 3 mesi in calo e deflussi significativi a livello di depositi. Ora JP Morgan lo vede scendere solo del 6% dagli 14,6 miliardi del 2023 a 13,7 miliardi nel 2025 (15,039 euro nel 2024 dai 14,646 miliardi del 2023). Tuttavia, le stime sulla riduzione dei costi dei depositi nel 2024 e sull'incremento del margine di interesse nel 2025 suggeriscono un potenziale di crescita dell'utile per azione rispetto alle previsioni attuali di JP Morgan e del consenso di Bloomberg.

Il solido Rote del 18% di Intesa Sanpaolo rimane sostenibile anche con tassi più bassi, secondo le analisi di JP Morgan. Nonostante il calo del margine di interesse, si prevede che l'utile per azione cresca a un tasso medio annuo del +7% nel periodo 2023-2025, trainato dal recupero delle commissioni e dalla normalizzazione del trading. La crescita dei costi rimane contenuta, nonostante l'inflazione sottostante dei salari grazie alle uscite volontarie, mentre il costo del rischio si è normalizzato al 30%.  Il Rote rimane alto al 18% circa nel 2024-2025 e anche con tassi normalizzati al 2% nel 2026, il rendimento del patrimonio netto tangibile potrebbe aumentare ulteriormente, supportato dai volumi dei prestiti e dalla crescita delle commissioni.

Con un payout del 70% a livello di dividendi cash e un coefficiente patrimoniale Cet1 fully loaded di Basilea 4 ben al di sopra del 13,5% nel 2025, si prevede uno spazio per distribuire altro capitale oltre al payout dei dividendi. JP Morgan si aspetta "che il payout totale rimanga al 90% nel periodo 2024-2026, con 1,7 miliardi di buyback l’anno, portando la distribuzione totale del capitale di Intesa Sanpaolo da 7,1 miliardi nel 2023 a 7,5 miliardi nel 2024, a 7,6 miliardi nel 2025 e a 7,8 miliardi nel 2026. Il rendimento totale del payout per anno sarebbe, appunto, del 14,2% in media per il periodo 2024-2026, ben al di sopra della media del settore del 10% circa. "Valutare  Intesa Sanpaolo a un rendimento totale del 10%, in linea con quello del settore  implicherebbe 4,44 euro per azione, in pratica il 50% in più rispetto al prezzo attuale del titolo che al momento a Piazza Affari sale del 2,25% a 3,004 euro.", conclude JP Morgan