Ipo, Pechino vuole vietare le quotazioni estere per le Big Tech cinesi

In un contesto di crescente rivalità con Washington, il governo cinese teme che i dati cruciali dei gruppi digitali fuoriescano oltre i confini nazionali

Economia
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La Cina sta progettando di introdurre nuove norme che vieterebbero alle aziende tecnologiche che gestiscono grandi quantità di dati sensibili di quotarsi negli Stati Uniti, misura che contrasta con le ambizioni delle grandi aziende di sbarcare sulle Borse americane.

Secondo quanto riferito da persone a conoscenza dei fatti a Dow Jones Newswires, nelle ultime settimane, i funzionari della China Securities Regulatory Commission (CSRC) hanno informato alcune aziende e investitori internazionali che Pechino intendeva varare nuove leggi che avrebbero impedito alle aziende tech che detengono una serie di dati relativi agli utenti di essere quotate all'estero. In particolare, la misura avrebbe riguardato le grandi aziende che puntavano a un'offerta pubblica iniziale attraverso divisioni costituite all'estero. Secondo le fonti, le aziende che gestiscono dati considerati meno sensibili, come le aziende farmaceutiche, saranno invece esenti dal divieto e potranno richiedere di quotarsi all'estero.

La nuova normativa si allinea con le ambizioni di Pechino di esercitare un maggiore controllo sulla complessa struttura aziendale su cui fanno leva le grandi aziende tecnologiche cinesi per aggirare le restrizioni sugli investimenti esteri. I leader del Paese considerano settori come quello di internet, delle telecomunicazioni e dell'istruzione come settori più sensibili per questioni politiche o di sicurezza nazionale. I colossi tecnologici della Cina comprendono Alibaba, Didi Global e Tencent Holdings, che hanno una struttura aziendale che facilita e ricerca le iniezioni di capitali esteri e la possibilita' di quotarsi all'estero.

Tale struttura consente agli investitori internazionali di ottenere partecipazioni nelle holding offshore di societa' cinesi, spesso registrate in luoghi come le Isole Cayman. Queste unita' si affidano a contratti per controllare, ma non possedere, le entita' cinesi che gestiscono effettivamente le attivita'. Con le nuove restrizioni, Pechino introdurrebbe anche un meccanismo che richiede alle aziende di ottenere l'approvazione formale per le Ipo all'estero da un comitato interministeriale che sara' istituito nei prossimi mesi e che includera' membri del CSRC, del regolatore cinese di Internet e di altri ministeri.

Le nuove norme non sono ancora state ultimate. Il CSRC intende implementarle verso il quarto trimestre e ha chiesto ad alcune aziende di sospendere i piani di quotazione fino ad allora. A luglio, l'autorita' di vigilanza di internet della Cina ha chiarito che l'obbligo di ricevere l'autorizzazione per le quotazioni all'estero avrebbe riguardato le aziende che gestiscono i dati personali di almeno un milione di utenti. A questo ha fatto seguito l'annuncio di Pechino dell'avvio di una revisione delle quotazioni estere piu' recenti, tra cui quella del colosso del ride hailing Didi Global, che ha recentemente annunciato la sospensione dei propri piani di espansione nell'Unione europea e nel Regno Unito a causa di forti pressioni normative e geopolitiche.