Ipo Zegna, Bonomi dà la conferma: quotazione in Borsa entro l'anno

In un'intervista al Sole 24 Ore, Bonomi ha confermato l'ingresso in Borsa della Ipo Ermenegildo Zegna

Economia
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Ipo Ermenegildo Zegna a New York, Andrea C. Bonomi dà la conferma: quotazione entro l'anno a Wall Street

L'Ipo di Ermenegildo Zegna a New York è prevista entro fine anno. Abbiamo raccolto complessivamente circa 900 milioni di dollari creando negli Stati Uniti la più grande Spac per il mercato europeo, perché ritengo che per realtà importanti e internazionali gli Usa restino la vetrina migliore e gli investitori del lusso lo sanno bene”.

A dirlo, Andrea Bonomi, presidente di Investindustrial, in un'intervista al Sole 24 Ore, aggiungendo che “l'interesse per il gruppo Zegna è stato elevatissimo e l'ammontare raccolto dal Pipe lo dimostra. Abbiamo ottenuto 250 milioni di dollari di ulteriore raccolta in aggiunta alla dotazione iniziale, ben oltre quanto avevamo immaginato. Credo sia importante per i brand italiani fortemente globalizzati trovare un modo agevole di rivolgersi agli investitori internazionali e la Spac, come quella ideata da noi in questo caso, può essere lo strumento più adatto specie in un mercato come quello statunitense che resta la via preferenziale per ottenere la massima visibilità”.

Tuttavia, Bonomi non lascia spazio ai complimenti e si mostra critico: “L'80% delle Spac non doveva essere fatto, per questo molte spariranno. Le Spac seguiranno lo stesso sviluppo e la stessa selezione che ha vissuto a suo tempo il mercato degli high yield. Le banche d'affari non saranno più disposte a vendere qualsiasi cosa. Ci sarà una selezione naturale e quelle che resteranno sul mercato saranno le più valide”.

“Le imprese non hanno più bisogno esclusivamente di fare Ipo, perché c’è qualcuno disposto a investire anche nel mercato privato ed è professionale, istituzionale e ha liquidità. E le valorizzazioni sono quasi identiche”, spiega. Anche il mercato delle exit risulta essere più aperto di altri periodi: “il mercato è buono nel senso che tutte le exit sono aperte: Borsa, Spac, private equity. Non sempre però si sceglie la exit giusta, perché l'unico driver resta ancora il valore.

L'uscita, ad esempio attraverso la cessione a un altro fondo di private equity, richiede la scelta dell'investitore giusto, che possa continuare sulla strada della crescita dell'azienda. Certo il mercato privato in Italia non riesce a supportare le grandi aziende per farle crescere come Google o Apple. Per fare quel salto c’è bisogno quindi di andare in Borsa”, fa notare il numero uno di Investindustrial, che ultimamente con i suoi team si sta focalizzando sempre più su un Made in Italy all'insegna dell'innovazione e della tecnologia. Secondo Bonomi, “è un momento di grande voglia di investimento, che sta diventando progressivamente più coraggioso e meno finanziario. Siamo al centro di un'espansione che dura da anni ed è qualcosa che non abbiamo mai visto”, conclude.