Ita, Altavilla presidente con deleghe. Chi è il manager che litigò con Elkann

Il Ministero dell'Economia chiama l'ex Fca nella newco a prendere il posto di Francesco Caio (nuovo Ceo di Saipem), con deleghe sulla strategia

Foto LaPresse
Economia
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Con la chiamata di Francesco Caio a guidare Saipem nel post-Cao, il Tesoro che controlla la newco Ita chiama l'ex Fiat-Chrysler e Tim Alfredo Altavilla a presidere con deleghe l'aviolinea che raccoglierà l'eredità dell'Alitalia finita in amministrazione straordinaria. Una nota del Mef infatti ha fatto sapere che Altavilla è il "nuovo presidente esecutivo di Italia trasporto aereo (Ita)", dirigente che, secondo Via XX Settembre, "in virtù della rilevante esperienza manageriale e delle riconosciute capacità professionali, garantirà un prezioso apporto esecutivo allo sviluppo della società, con particolare riferimento alla strategia, alla finanza ed alle risorse umane".


L'amministratore delegato di Ita Fabio Lazzerini

Anche se le redini operative resteranno in mano all'amministratore delegato Fabio Lazzerini a cui il Mef ha confermato "piena fiducia", Altavilla dirà la sua sulle strategie per consentire alla newco, dopo la partenza dei voli a settembre, di superare la fase da start-up della mini-Alitalia che potrà contare all'inizio solo su 50 aerei e 4.500 dipendenti. 

Altavilla ha lavorato per quasi 30 anni nel gruppo Fiat, poi Fca, fino a scalarne le posizioni manageriali promosso da Sergio Marchionne a responsabile dell'area Emea, guidando il business nei mercati maturi del Vecchio Continente. Ruolo che ha abbandonato non senza polemiche nel luglio 2018 dopo la prematura scomparsa di Marchionne, di cui era indicato come uno dei possibili successori: in quei giorni difficili per il colosso automobilistico rimasto senza Ceo, per di più carismatico come il top-manager italo-canadese che aveva messo a segno il rilancio del Lingotto, il presidente dell'ex Fca John Elkann gli aveva preferito il capo della Jeep e del business americano Mike Manley. Una scelta che Altavilla non aveva digerito e che lo aveva portato, in forte contrasto con Elkann che non ammise che in un momento drammatico come quello si anteponessero ambizioni personali e malcontento e con cui, quindi, i rapporti si deteriorarono in maniera irrecuperabile, a lasciare il gruppo. 

Entrato in Fiat Auto nel 1990, Altavilla, tarantino di nascita, si è occupato di operazioni internazionali nell'ambito delle attività di pianificazione strategica e sviluppo prodotto. Nel 1995 è stato nominato responsabile dell'Ufficio Fiat Auto di Pechino e nel 1999 responsabile delle attività in Asia. Dal 2001 si è occupato di business development, assumendo nel 2002 il coordinamento delle attività riguardanti l'alleanza con General Motors e, nel 2004, ha assunto l'incarico di gestione di tutte le alleanze.

(Segue: la carriera di Alfredo Altavilla)

Nel settembre del 2004 è stato nominato presidente di Fgp (Fiat/GM Powertrain JV) e senior vice president business development di Fiat Auto. Nel luglio del 2005 è diventato chief executive officer di Tofas, joint-venture paritetica tra Fiat Auto e Koc Holding quotata alla Borsa di Istanbul, mantenendo la responsabilità di business development. Nel novembre del 2006 è stato nominato chief executive officer di Fpt - Fiat Powertrain Technologies.

A luglio 2009 è entrato nel consiglio di amministrazione di Chrysler e a ottobre 2009 è stato nominato executive vice president business development di Fiat Group. Da novembre 2010 a novembre 2012 è stato president and chief executive officer di Iveco, facendo anche parte, da gennaio 2011 a novembre 2012, del Fiat Industrial Executive Council (Fiec). Uscito da Fca è entrato nel board di Tim e ora è presidente di Recordati e senior adviser di Cvc Capital.