Ita batte cassa con il governo: "Incentivi delle low cost o bagno di sangue"

Altavilla smentisce i contrasti con Lazzerini. La class action per l'assunzione dei lavoratori di Alitalia? "In meno di 6 mesi porteremmo i libri in tribunale"

Economia
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Ita Airways chiede al Governo gli stessi incentivi che i piccoli aeroporti e le amministrazioni locali concedono ai vettori low cost cost attive in Italia o sarà ”un bagno di sangue" per recuperare le quote di mercato erose. Il vettore controllato dal Tesoro ha iniziato ad operare il 15 ottobre, con una flotta pari a meno della metà rispetto a quella che aveva Alitalia, trovandosi a dover inseguire Ryanair, Wizz Air e altre compagnie a basso costo che si sono rafforzate sul mercato domestico.

"Non siamo in condizioni di pari competitività. recuperare quote di mercato può tradursi in un bagno di sangue se inseguiamo qualcuno che riceve incentivi", spiega Altavilla, il presidente di Ita Airways, parlando alla commissione Trasporti della Camera e smentendo le turbolenze al vertice della compagnia, di cui parlano indiscrezioni di stampa. “Speculazioni giornalistiche", le liquida Altavilla, assicurando che "l'unità di intenti con Lazzerini" non è mai stata messa in discussione. 

Nel 2019 le compagnie low-cost hanno ricevuto in totale quasi 400 milioni di euro in sussidi da piccoli aeroporti, secondo i dati citati da Altavilla. Nello stesso anno Alitalia, sempre secondo il top-manager, non ha ricevuto alcun incentivo dagli scali. I conti però tengono. Nell'attesa dell'approvazione del cda sui consuntivi del 2021, "l'Ebit si attesta in linea con quello previsto dal piano industriale nell'intorno di 170 milioni negativo", spiega Altavilla, evidenziando che "con metà dei ricavi e un maggior costo del carburante, l'attenzione sui costi dei servizi e delle forniture ci ha permesso di mantenere inalterato il risultato: indice di una buona performance". Rassicurazioni anche sul fronte dell'operatività.

La flotta iniziale è vero, “è stata dimezzata", ammette il presidente, ma già nel corso di quest'anno "aumenterà del 50% arrivando a 78 aerei, per tornare ai 105 aerei entro il 2025". Vanno avanti regolarmente anche le assunzioni che, con 62 nuovi ingressi già in questi primi 20 giorni del 2022, "non saranno interrotte". Rassicurazioni anche per il destino del marchio Alitalia, comprato per 90 milioni.

L'acquisto, avvenuto alla vigilia del decollo, ha consentito "l'avvio operativo" della nuova compagnia e il prosieguo dell'attività nel 2022, ma verrà utilizzato anche dopo: “Abbiamo una mission molto chiara per il brand Alitalia, che quindi sarà utilizzato", assicura Altavilla, spiegando che il come verrà definito nel nuovo piano industriale. Dal nuovo piano sono attese anche novità per Malpensa (ora ci si concentra su Fiumicino, ma in estate arriverà il Malpensa-Jkf), oltre alla definizione del valore prospettico della compagnia, cui è legato anche il nodo delle quote azionarie per partner industriale, su cui è confermato l'obiettivo di metà 2022.

Il top manager ha spiegato che nella trattativa "non accetteremo proposte che ridimensionano Fiumicino e Linate”. Serve poi il mantenimento di alcune rotte di lungo raggio. Nel frattempo un altro cantiere aperto è quello della partecipazione alle gare per manutenzione e handling della vecchia Alitalia: Ita ha avuto accesso alla data room e sta già discutendo con alcuni operatori (l'Ue ha stabilito che può partecipare solo con un partner) per capire se ci sono o meno le "condizioni di economicità” per una partnership nella quale - precisa Altavilla - puntiamo ad "assicurare tariffe di mercato e livelli di servizio competitivi per i nostri aerei". Resta una sola minaccia all'orizzonte, le class action per l'assunzione dei lavoratori di Alitalia non riassorbiti in Ita: “Se avessero successo, in meno di sei mesi portiamo i libri in tribunale", osserva Altavilla.