Ita, la trattativa con Certares va avanti sotto traccia: tutti i dossier

Bocche cucite dalla maggioranza in pectore, che preferisce non commentare fino a che non riceverà l’incarico da Mattarella

di Marco Scotti
Fabio Lazzerini, ad di Ita
Economia

Ita, con Certares si va avanti con molti dossier aperti

“Adelante con juicio” diceva il Gran Cancelliere Ferrer al suo cocchiere Pedro in una celeberrima scena dei Promessi Sposi del Manzoni. Ed è così anche nella trattativa tra Certares e Ita per l’acquisizione del 50% (+1 un’azione) dell’ex compagnia di bandiera. Affaritaliani.it ha avuto accesso a diverse fonti qualificate che hanno permesso di chiarire alcuni punti controversi. Il primo riguarda la scelta dei vettori che dovranno entrare nella flotta dell’azienda: si tratta di 28 aeromobili tutti di marca Airbus (con un contratto siglato a dicembre dello scorso anno), così come il produttore francese ha realizzato anche i 67 velivoli che già oggi compongono la compagine dei vettori dell’ex-Alitalia. Nei giorni scorsi, però, erano circolate voci secondo cui la vicinanza geografica e d’intenti tra Certares e Boeing avrebbe potuto far propendere per una ibridizzazione della flotta, cosa tra l’altro abbastanza normale in altre compagnie che abitualmente mischiano Boeing e Airbus.

Al momento, a quanto risulta ad Affaritaliani.it, il fondo americano non ha alcuna intenzione di sostituire gli ordinativi già fatti con altri dei Boeing. E la stessa Delta, che pure è una compagnia a stelle e strisce, ha attualmente 394 Airbus nella sua compagine e 489 Boeing, ma ha programmato l’acquisto di 226 aerei del produttore francese e solo 9 di quello americano. Ed è oltretutto pronta a dismettere 110 aerei, tutti Boeing, entro il 2025. Segno evidente che, in questo momento, Airbus è più competitivo rispetto al diretto competitor. Ita stessa ha inaugurato nelle scorse settimane l’A350, velivolo per il lungo raggio che garantisce anche maggiore confort ai passeggeri. Tradotto: Certares non avrebbe alcuna intenzione di fare pressioni per l’adozione di aerei Boeing nella flotta di Ita. 

A proposito di Delta, tra l’altro, un altro argomento molto dibattuto riguarda il carburante. Brevissimo riassunto delle puntate precedenti: la compagnia aerea americana una decina di anni fa ha realizzato una sua raffineria. Operazione che all’epoca venne definita perfino dalle agenzie di rating come potenzialmente negativa per il business. Oggi però ci si rende conto della bontà della scelta presa, tanto che non solo Delta, ma anche i partner come Air France o Klm beneficiano di costi ridotti per quanto concerne il carburante. Un’opportunità che si potrebbe rivelare importante anche per quanto concerne Ita, che avrebbe un deciso sollievo.

Come ricostruiva Il Messaggero, infatti, Ita ha messo a bilancio 204 milioni di euro solo per l’acquisto del carburante. Se si considera che il bilancio dei primi nove mesi di attività del 2022 dovrebbe aggirarsi intorno al miliardo di ricavi si capisce facilmente come questa voce di costo incida in maniera significativa. Non solo: a quanto risulta ad Affaritaliani.it, per policy Ita impone di viaggiare con un carico di carburante superiore alle esigenze della rotta. Si parla addirittura di 2.000 Kg a tratta. E il presidente esecutivo Alfredo Altavilla ha dichiarato che in sede di contrattazione non è stato messo un tetto al prezzo del carburante, con il rischio di oscillazioni pericolose verso l'alto. L'intenzione, probabilmente, era quella di scommettere su una discesa dei prezzi, ma la guerra tra Russia e Ucraina ha scombinato i piani. La domanda che molti si pongono è se l'accordo sulla fornitura di carburante potrebbe riguardare solo i voli da e per gli Stati Uniti (in particolare l'aeroporto Jfk di New York) o se si potrebbe estendere anche ad altre rotte. Al momento, fonti vicine al dossier non hanno chiarito, anche se sembra che l'accordo potrebbe estendersi anche ad altre tratte.

Ancora: per quanto concerne la piattaforma informatica utilizzata, quando le trattative entreranno maggiormente nel vivo bisognerà anche decidere quale strumento impiegare. Attualmente Ita passerà da Sabre ad Amadeus, che è il principale sistema di bigliettazione al momento disponibile che raggruppa moltissime compagnie aeree, tra cui Air France e Klm. E Delta? L’azienda americana è presente su Amadeus, con cui ha rinnovato l’accordo a novembre dello scorso anno, ma ha anche una sua piattaforma proprietaria. Il nodo sarà quindi capire come armonizzare i sistemi operativi per fare sinergie e ottenere pezzi migliori. 

Dunque, a che punto è la trattativa tra Certares e Ita? Partiamo dall’assunto che il centrodestra tutto, e Fratelli d’Italia in particolare, in questo momento ha scelto la via della cautela e preferisce non parlare su nessun dossier economico, men che meno su quello dell’ex-compagnia di bandiera. A quanto risulta ad Affaritaliani.it, Giorgia Meloni e i suoi colleghi di partito per il momento seguono con interesse la vicenda. Nei prossimi giorni, poi, dovrebbe esserci un secondo round d’incontri tra Certares e Ita, cui potrebbe essere ammesso – seppur in via informale – qualche esponente del governo che sarà. Confermato, inoltre, l’incontro con i sindacati per martedì 11 ottobre. Insomma, la trattativa procede. Naturale che in un momento di transizione politica, mentre oltretutto ci sono così tante variabili da tenere in considerazione, non tutto possa filare liscio. Ma per ora continua a trapelare ottimismo. 

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