"Ita? Processo d'integrazione difficile per Lufthansa"

L'Ue approva il pacchetto di rimedi presentato da Mef e Lufthansa, un altro pezzo d'Italia se ne va. Parla Andrea Giuricin, docente di Economia dei trasporti

di Rosa Nasti
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Economia

Ita riparte da Lufthansa. Parla l'esperto: "Privatizzazione? È una fortuna, nessun ulteriore perdita di soldi"

Sette mesi di trattative, passi avanti e brusche frenate, tra l'insistenza del Ministro Giancarlo Giorgetti, la puntigliosità della commissaria Margrethe Vestager, e un pacchetto di condizioni dell'Ue sempre più stringente. Il lungo corteggiamento di Lufthansa nei confronti di Ita Airways ha avuto il suo lieto fine: le nozze tra i due vettori europei ci saranno.

E così il colosso dei cieli tedesco, dopo il via libera, acquisirà una quota del 41% di Ita dal Mef, con un aumento di capitale di 325 milioni di euro e poi entro il 2033 potrà salire al 100%. Eppure Andrea Giuricin, docente di Economia dei trasporti all'Università Milano Bicocca, parlando con Affaritaliani.it sottolinea che: "Questo è solo un primo passo di tanti altri: il processo d'integrazione non sarà immediato, né tanto meno sarà facile per Lufthansa da portare a termine."

Non a caso la strada per arrivare al via libera dell'Ue è stata già di per se lunga e tortuosa: la concorrenza da salvaguardare per 3 anni, l'aumento delle tariffe per i passeggeri e la tutela delle rotte. Con questi paletti la Commissione europea ha rimandato l'operazione per mesi. Nello specifico, nel mirino dell’Antitrust europea erano finiti gli slot di Milano Linate, considerati in eccesso; il dominio su alcune rotte di corto raggio tra Italia ed Europa Centrale e la poca concorrenza nelle tratte per il Nord America.

Ma una volta che il ministero dell’Economia e Lufthansa hanno inviato all’Antitrust Ue il pacchetto di rimedi a tutela della concorrenza, anche l’ultimo ostacolo alle nozze è stato rimosso. Ma cosa succede ora? "Lufthansa ha tutto l'interesse di sviluppare Ita e il mercato italiano, soprattutto per portare più soldi e profittabilità all'azienda. D'altra parte Ita da sola faceva il 10% della quota del mercato italiano", evidenzia Giuricin. E aggiunge: "Dal punto di vista del viaggiatore italiano, con Ita-Lufthansa più forte avremo maggiori collegamenti intercontinentali da Roma Fiumicino, che si rafforzerà con più voli verso le Americhe, Sud e Nord, e verso l'Africa in futuro. Questa è una mossa forte soprattutto per Lufthansa." 

Non a caso se si è arrivati al via libera  è soltanto perché i tedeschi non hanno mai mollato la presa, sin dal 2017, quando Lufthansa lanciò la sua prima offerta all'allora Alitalia. Un'insistenza, quella tedesca, anche alquanto sospettosa se pensiamo che l'intera operazione riguarda l'acquisizione di un piccolo vettore regionale da parte di una delle più grandi compagnie del mondo. Eppure di fatto: "Seppur non enorme numericamente, Lufthansa subirà un cambiamento notevole", evidenzia l'esperto, sottolineando che: "I milioni di passeggeri registrati da Ita, prima erano sotto l'orbita Skyteam (Klm, AirFrance e Delta) e adesso passeranno sotto StarAlliance, quindi sotto il mondo di Lufthansa."

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E così a pochi giorni dalla cessione della rete fissa di Tim, un altro pezzo di Italia se ne va. Ma mentre per Giorgetti è un grande successo, le opposizioni rivendicano una perdita dell'italianità e la definitiva chiusura del capitolo Alitalia. In merito, l'esperto sostiene: "Il capitolo Alitalia si era chiuso già nel 2021, si è anche detto che la Commissione ha dato il via libera alla nuova Ita proprio perchè era in discontinuità rispetto alla vecchia Alitalia. Nel 2021 Ita ha comprato anche il marchio Alitalia, come asset, quindi potrà decidere se utilizzare o meno il marchio in futuro per la compagnia aerea."

E aggiunge: "L'italianità è fatta da tante aziende che vogliono sviluppare il mercato italiano, tanto che, pur con Alitalia sempre più in difficoltà negli ultimi decenni, il mercato italiano dal 1997 al 2023 è passato da 53 mln a 163 milioni di passeggeri. Sono le compagnie aeree che fanno il mercato italiano, poco importa della nazionalità, l'importante è avere sempre più connettività."

I cieli italiani verranno quindi gestiti dai tedeschi. Questo non sarà necessariamente un male considerando che da anni, Alitalia prima e Ita poi, hanno registrato perdite finanziarie significative. Così ricorda lo stesso Giuricin: "Ita da sola avrebbe fatto molto fatica, soprattutto dal punto di vista dei contribuenti. Abbiamo visto quanto è costata al contribuente italiano,  parliamo di 15 miliardi per Alitalia. È una fortuna che finalmente si riesca a vendere,  ad averla come compagnia pubblica c'era il rischio di perdere ulteriori soldi."