"Ita-Lufthansa? Unione che dà fastidio. Così ci rimettono solo gli italiani"
Stallo sull'operazione tra le due compagnie: intervista al professore Andrea Giuricin, docente di Economia dei trasporti all'Università Milano Bicocca
L'Ue intralcia la fusione tra Ita e Lufthansa. Parla Giuricin, "La rigidità dell'Ue non porterà a nulla di buono"
"No comment." È la risposta concisa e diretta della vicepresidente della Commissione europea, Margrethe Vestager, alle dichiarazioni del vicepremier Matteo Salvini, che aveva definito "un atto ostile" un'eventuale bocciatura dell'Ue alla fusione tra Ita e Lufthansa.
L'ingresso dei tedeschi nella compagnia italiana è stata definita più di 10 mesi fa, ma Bruxelles continua a non dare il via libera. La domanda sorge spontanea: perché tutta questa tolleranza verso Ryanair, grande protagonista del mercato italiano, mentre Ita e Lufthansa vengono stretti nella morsa delle regole europee? Nonostante i tentativi di Lufthansa e del Mef di placare le preoccupazioni con un pacchetto di impegni "più ampio", i timori di Bruxelles sulla concorrenza rimangono insoluti. Per fare luce su questa intricata situazione, affaritaliani.it ha interpellato Andrea Giuricin, docente di Economia dei trasporti all'Università Milano Bicocca.
Professor Giuricin, perchè la fusione tra Ita-Lufthansa è così vantaggiosa per l'Italia?
Ita-Airways senza un partner industriale forte fa e farà molta fatica sul mercato, perchè è un operatore molto piccolo che ha una marginalità negativa. Quindi senza un partner come Lufthansa difficilmente potrà resistere su un mercato iper-competitivo come quello del trasporto aereo. Oltretutto la compagnia tedesca ha anche in piano di sviluppare l'hub di Fiumicino di Ita sul traffico intercontinentale, specialmente sul Nord America e in futuro (parzialmente) anche sull'Africa, e quindi di rafforzare la connessione e la connettività diretta di Ita e dell'Italia verso queste destinazioni.
Continua a slittare la fusione. Quali i nodi che stanno ostacolando l'operazione?
La Commissione europea sta sollevando diversi punti sulla competitività, alcuni sono comprensibili, altri meno. Il primo è rilasciare gli slot su Linate: Ita ne ha già il 60% e insieme a Lufthansa arriverebbe al 70%. Il secondo, anche questo abbastanza logico, è sulle rotte dove c'è sovrapposizione (ad esempio quelle verso la Germania o il Belgio), dove gli è stato richiesto di rilasciare alcuni slot, e qui Ita e Lufthansa si sono dette d'accordo.
E per ultimo c'è il punto dell'intercontinentale, cioè viene richiesto di munire la connettività intercontinentale, e magari la connettività verso Roma-Fiumicino come hub, per determinate rotte intercontinentali. Ma anche lì, come si vede nei dati, è un mercato ipercontinentale molto competitivo. Ita non è un grande player con una grande quota di mercato e quindi quest'ultimo punto è abbastanza dubbioso e molto incomprensibile da parte della Commissione europea.
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Ma allora perchè l'Ue è così mal disposta verso l'Italia e indulgente con Ryanair, che continua a detenere il 49,4% del mercato aereo domestico italiano?
È difficile comprendere perchè la Commissione sia rigida su alcuni punti, è incomprensibile. Il Commissario alla competizione è un politico e nei confronti di questa fusione ha molti dubbi. Non si capisce il perchè, se non che magari questa fusione possa dar fastidio ad altri operatori e player sul mercato europeo. Il che è logico se consideriamo che Lufthansa andrebbe a prendere un'altra compagnia per rafforzarsi sul mercato.
Quindi si teme una forte concorrenza?
Si, ma se guardiamo al mercato italiano, è l'ultimo che può essere considerato poco competitivo, perchè Ita è veramente debole e ha bisogno di Lufthansa proprio per rafforzarsi. La concorrenza non è a rischio. Per questo sembra assurda questa richiesta sulla competitività del mercato intercontinentale. È uno stallo che non fa bene all'Italia, e nemmeno alla Commissione europea che con la sua rigidità su determinati punti non porterà a nulla di buono.
Poi ovviamente ci sono altre compagnie che sono preoccupate del rafforzamento di Lufthansa, come AirFrance o Klm. Un timore comprensibile ma smentito dai dati che confermano che sull'intercontinentale questi problemi di competitività non esistono dall'Italia. Questo perchè si potrà sempre ricorrrere ai voli indiretti con scalo ad Amsterdam, Madrid, Francoforte, etc.
Quali rischi corrono Lufthansa e Ita Airways nel caso in cui questa fusione non andasse in porto?
Lufthansa ha acquisito il 40% di Ita, investendo circa 325 milioni di euro, una cifra modesta rispetto al proprio business. Tuttavia, se la compagnia tedesca non riuscirà a consolidarsi nel mercato italiano e a far crescere l'hub di Fiumicino, ne soffriranno sia Ita che l'Italia. Ita, essendo completamente dipendente, potrebbe non farcela in un mercato così competitivo, mettendo a rischio anche i fondi pubblici dei contribuenti. Di conseguenza l'Italia stessa perderà l'opportunità di potenziare la sua connettività intercontinentale, un elemento cruciale dato il nostro attuale deficit rispetto a Francia e Olanda. Gli italiani, dunque, rischiano di subire maggiormente le conseguenze, mentre per Lufthansa i rischi sembrano meno imminenti.
Quando si arriverà ad una decisione definitiva?
È una partita anche molto politica dove persino la Commissione sta giocando un ruolo politico. Il termine massimo era il 4 luglio, ma a breve ci saranno le elezioni europee. Quindi difficile dire se si arriverà subito ad una rottura o si cercherà di allungare a dopo le elezioni. Da un punto di vista economico è intelligente andare verso una fusione, sia per l'Italia che per gli operatori coinvolti. Al di là delle contese politiche, bisogna risolvere questa alleanza senza ricorrere a polemiche sterili, che non giovano a nessuno, ma piuttosto raggiungere un accordo vantaggioso per l'Italia. Purtroppo esiste un livello politico in questo momento che sta mettendo in dubbio un'operazione che un senso economcio ce l'ha eccome.