Italia primo Paese europeo per la vendita mobili premium price negli USA

Anche la classe media apprezza il Made in Italy

di Redazione Economia
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Mobili, nonostante un calo di esportazioni nel 2023, l'Italia è il primo Paese europeo per vendite di prodotti premium price nel Nord America

USA e Canada rappresentano il mercato mondiale più importante del mobile. Nel 2023 stando ai dati di Stellar aveva un valore di circa 215 miliardi di dollari, di cui 180 miliardi solo negli Stati Uniti. eMarket stima che le vendite cresceranno del 3,4% entro il 2024, del 4,1% nel 2025 e del 3,3% nel 2026.

L'Italia è tra i maggiori importatori di mobili in Nord America con una quota di mercato del 4%, anche se nel 2023 si è evidenziata una contrazione della domanda con un fatturato di 25,2 miliardi di euro. Come riporta pambianconews.com, quasi la metà delle importazioni ha riguardato prodotti della fasce premium price (alta e medio/alta di prezzo). L'Italia è quindi il primo Paese europeo per esportazioni di mobili in Nord America, superato a livello globale solo da Cina, Messico, Vietnam, Canada e India.

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In linea di massima il comparto italiano dell'arredo ed edilizia (che comprende mobili, illuminazione, biancheria, ceramica, marmo, vetro, etc.) sta vivendo un momento positivo con un giro d'affari negli USA di 3.6 miliardi di euro nel 2020 (+39% rispetto all'anno precedente). Ora anche la classe media si sta avvicinando ai prodotti italiani. Si tratta comunque di cifre ancora piccole rispetto a colossi come Ashley Home, che ha acquistato per circa 1 miliardo di dollari Resident Home, specializzata in materassi e biancheria. 

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“La scomposizione delle importazioni dall’Italia di mobili ed elementi d’arredo per Stati americani evidenzia nel 2023 ai primi posti le vendite verso i mercati di New York e Florida, con valori rispettivamente di 188 e 168 milioni di dollari. Seguono, alle loro spalle, le vendite italiane indirizzate agli Stati di New Jersey, California e North Carolina, con rispettivamente 129, 121 e 103 milioni di dollari", ha spiegato Marcello Antonioni, economista di StudiaBo.