Italiani sempre più poveri: più della metà non arriva a fine mese
Per il 55,5% la situazione economica è peggiorata nell'ultimo anno. Quasi 3 su 10 rinunciano anche a cure mediche
Eurispes, 57% italiani arriva a fine mese con difficoltà
La maggior parte degli italiani (55,5%) ritiene che la situazione economica del Paese abbia subito un peggioramento nel corso dell'ultimo anno, per il 18,6% e' rimasta stabile, mentre solo un italiano su dieci (10%) ha indicato segnali di miglioramento. Il 15,6% non sa o non ha voluto fornire alcuna risposta. E' quanto si evince dal 36esimo Rapporto Italia dell'Eurispes, dal titolo "L'Italia al bivio".
Secondo l'analisi dell'Istituto, guardando pero' al futuro, i cittadini sono invece cauti: per il 33,2% la situazione economica italiana restera' stabile nei prossimi dodici mesi. I pessimisti, che attendono un peggioramento, sono il 31,6%, mentre il 10,8% prospetta un periodo di crescita economica. Il 40,9% dei cittadini afferma che la situazione economica personale e familiare negli ultimi 12 mesi e' rimasta stabile. Anche se con diversa intensita', complessivamente il 35,4% degli italiani denuncia un peggioramento della propria condizione economica, mentre il 14,2% parla di un miglioramento.
Poco piu' di uno su quattro riesce a risparmiare (28,3%), il 36,8% attinge ai risparmi per arrivare a fine mese. Il 57,4% arriva a fine mese con difficoltà. Nelle difficolta' economiche alcuni sono ricorsi al sostegno di amici, colleghi e altri parenti (17,2%); il 16% ha richiesto un prestito in banca, mentre il 13,6% ha dovuto chiedere soldi in prestito a privati (non amici o parenti) con il pericolo di scivolare nelle maglie dell'usura. Diffusa la vendita online di beni e oggetti (27,5%). Il 37,6% degli italiani ha dovuto rinunciare alla baby sitter e il 24,3% alla badante. Il 15,3% ha dovuto vendere o ha perso beni come la casa o l'attivita' commerciale/imprenditoriale. Si acquista molto a rate (42,7%), spesso su piattaforme online a interessi zero (21,3%). Il 14,6% ha noleggiato abiti e accessori in occasione di feste o cerimonie, e l'11,7% e' tornato a vivere in casa con la famiglia d'origine.
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Poiche' far fronte alle spese mediche mette in difficolta' nel 28,3% dei casi, le rinunce toccano anche la salute e si fa a meno di visite specialistiche per disturbi o patologie specifiche (23,1%), a terapie/interventi medici (17,3%), all'acquisto di medicinali (15,9%). "Come Istituto - afferma Eurispes - continuiamo a caldeggiare, cosi' come facciamo da orami vent'anni, l'introduzione del quoziente familiare come sostegno al reddito delle famiglie italiane. Il quoziente familiare, a differenza di quanto avviene oggi in Italia, dove la tassazione ha una base individuale che, a parita' di reddito, penalizza le famiglie monoreddito e quelle con figli a carico, favorirebbe una riduzione delle tasse. In sostanza, ribalterebbe il sistema attuale di tassazione, basato sui redditi individuali. Questo sistema avvantaggerebbe le famiglie con figli, diventando cosi', seppur indirettamente, un incentivo alla natalita'. L'imposizione fiscale cadrebbe, quindi, sul reddito medio pro capite, piuttosto che su quello familiare unitario. Introdurre anche in Italia il quoziente familiare secondo il modello francese potrebbe senz'altro comportare per le famiglie un risparmio medio annuo di imposta, che andrebbe ad aumentare al crescere del reddito e del numero dei componenti delle famiglie. I vantaggi sono assicurati dal fatto che le aliquote progressive verrebbero applicate sul reddito medio pro capite (per definizione inferiore) e non sul reddito di ogni componente familiare".