L'Ad di Benetton accusato del buco da 100 mln: "Risponderò con i miei legali"

Ecco chi è Massimo Renon, il top manager accusato tra le righe dal fondatore del gruppo Benetton

di Redazione Economia
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Massimo Renon: "Buco di bilancio da 100 mln? Risponderò con i miei avvocati". Chi è l'Ad accusato da Luciano Benetton

Massimo Renon, chi è costui? Il suo nome non è mai neanche stato bisbigliato nell’intervista a Luciano Benetton, in cui fa riferimento a un improvviso buco di bilancio da oltre 100 milioni di euro per l’omonomo gruppo fondato. Ebbene, anche se non viene mai nominato, è chiaro il riferimento all’attuale amministratore delegato di Benetton Massimo Renon. Colpevole - secondo il fondatore dell’azienda di Treviso - di aver lasciato un vero e proprio disastro nei conti dopo quattro anni alla guida del marchio di abbigliamento.

Renon, come riporta il Corriere, dopo aver letto anche le dichiarazioni di fonti di Edizione che annunciano una “riorganizzazione”, risponde con un “no comment” già sul piede di guerra: “Non commento l'argomento, mi sto organizzando con i miei legali per una risposta strutturata”.

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Ma chi è il top manager? E da dove viene? Classe 1970, Renon inizia come operaio. Prima Giacomelli sport, poi Luxottica. È nella società fondata da Leonardo Del Vecchio cha matura una forte esperienza internazionale. Si laurea mentre lavora per il gruppo di Agordo: scienze politiche con specializzazione in Business management alla Bocconi e poi alla Columbia University.

Dopo aver maturato abbastanza esperienza, riporta ancora il Corriere, nel 2010 Renon lascia Luxottica per Ferrari, per poi tornare nel business degli occhiali ma da Safilo, il principale concorrente di Luxottica. Quando Roberto Vedovotto, ex amministratore delegato di Safilo entra nel gruppo Kering di François-Henri Pinault per fondare la prima divisione di occhiali di un grande colosso del lusso — Kering Eyewear — Renon si sposta in questa nuova società che darà inizio a un forte cambiamento dell’occhialeria. Rimanendo nel settore, nel 2017 è la volta di Marcolin, società di Longarone (Belluno) che ha stretto un accordo con Lvmh della famiglia Arnault creando Theliòs.

Ed ecco che, in un batter d’occhio, è il 2020. Anno in cui giunge alla guida del gruppo Benetton. E già in questo momento, il brand di moda non si trova esattamente nel suo periodo migliore. Un competitor, in particolare, si fece largo nel business: il fast fashion rappresentato dai colossi Zara e H&M che hanno progressivamente eroso quote di mercato al gruppo italiano dell’abbigliamento.

Nel 2012, Benetton ha annunciato la fine della sua avventura in Borsa dopo 26 anni, mentre la capitalizzazione dell'azienda era già in calo dai minimi degli anni '90 e i profitti erano sotto pressione sin dal 2008. Non sono andati a buon fine i tentativi di riposizionarsi nel settore bambini e giovanile, e la decisione di mantenere la gestione dei negozi in franchising ha comportato costi elevati per affitti e magazzini, a differenza dei concorrenti come Zara e H&M. La guerra alle porte dell'Europa (con negozi Benetton anche in Russia e nell'Europa orientale) ha ulteriormente ostacolato i piani di ripresa, come riportato dal quotidiano Mf.

Nel 2022, l'azienda ha registrato perdite per 81 milioni di euro e nel 2021 il bilancio è stato ancora in rosso per 112 milioni. Queste perdite si sono sommate ad altre precedenti, portando il totale delle perdite a superare il miliardo di euro. La pandemia da Covid-19 ha colpito duramente il settore del retail, costringendo l'azienda di Ponzano Veneto a posticipare il piano di pareggio finanziario al 2023, un piano che si è dimostrato fallimentare come tutti i tentativi precedenti di rilancio.

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