L'amara verità: "Per sostituire al 100% il gas russo servono tre anni"
Nel 2022-2023 arriveranno 4 miliardi di metri cubi addizionali dal Nord Europa, specialmente dalla Norvegia, oltre al Gnl dall'Egitto
Eni: "Liberi dal gas russo solo dal 2025"
I 20 miliardi di metri cubi di gas provenienti dalla Russia e importati da Eni saranno sostituiti al 50% a partire da questo inverno, all'80% nel 2024 e al 100% nel corso del 2025. Questa la scaletta degli interventi programmati, riassunta da Guido Brusco, Chief Operating Officer Natural Resources del gruppo Eni, presente oggi a un incontro nell'ambito di Gastech, il salone internazionale del gas in corso a Milano. “Il lavoro che abbiamo fatto - spiega - è servito a pianificare la sostituzione del gas che Eni importa dalla Russia con altro gas che sta arrivando e dovrà arrivare da altri Paesi, prevalentemente di nostra produzione. Come Eni abbiamo importato nel 2021 circa 20 mld metri cubi, il piano ci consentirà di sostituirli entro il 2025. Riusciremo a coprirne circa il 50% a partire dall’inverno 2022-2023, circa l’80% nel 2024 e il 100% nel corso del 2025".
La sostituzione, aggiunge "avverrà prevalentemente con gas di produzione algerina, le cui forniture destinate all’Eni su base annua raddoppieranno da circa 9 miliardi di metri cubi annui a circa 18 miliardi di metri cubi annui entro il 2024. Di questi 9 miliardi addizionali, già 6 miliardi inizieranno ad arrivare a partire da quest’inverno e con aumenti progressivi nel corso del 2023. I nuovi volumi di gas oggetto dei due accordi che abbiamo raggiunto questa estate con i partner algerini sono anche frutto della stretta collaborazione nello sviluppo di progetti upstream a gas nel Paese che, attraverso il modello fast track distintivo Eni, sta portando una accelerazione significativa alla messa in produzione del potenziale dei campi".
Per quest’anno - continua Brusco - "si aggiungono circa 4 miliardi addizionali in arrivo dal nord Europa, prevalentemente nostro gas norvegese e circa 0,5 miliardi di metri cubi di Gnl in arrivo dall' Egitto, dove abbiamo siglato un accordo da 3 mld di metri cubi quest’estate. "Dalla primavera del 2023 - inoltre - con l’avvio dei due nuovi terminali di Snam, potremo disporre di quantità sempre maggiori di Gnl da Paesi come Egitto, dal Qatar, dal Congo, dalla Nigeria e dall’Angola, per un totale di circa 4 miliardi di metri cubi, che potranno superare i 7 miliardi nel 2024. In particolare il gas dal Congo deriva dall’accelerazione e aumento della produzione del nostro gas nel paese, in primis tramite lo sviluppo di un progetto di gas naturale liquefatto che stiamo finalizzando".
"Abbiamo scoperto che possiamo mettere in produzione in pochissimi mesi - conclude - poi ci sono le novità come la scoperta fatta a Cipro dove stiamo facendo la delimitazione del giacimento. Abbiamo altri blocchi dove stiamo lavorando, con la delimitazione potremo avere entro fine anno un piano di sviluppo e poi valuteremo le varie opzioni".
Per quanto riguarda l'Angola, ha specificato Brusco "abbiamo un impianto già operante da cui stimiamo di importare piu di 1 miliardo di metri cubi già dall'anno prossimo". Inoltre, "con i partner del New Gas Consortium in Angola abbiamo di recente preso la decisione di investimento su un importante progetto di produzione di gas, dai giacimenti offshore di Quiluma e Maboqueiro. Questo progetto aumenterà la disponibilità di gas per l'impianto di liquefazione Angola Lng, e quindi la disponibilità di gas sul mercato". Eni è partner di Angola Lng, mentre i partner nel New Gas Consortium (NGC) sono la filiale di Chevron in Angola, Cabinda Gulf Oil Company Limited (CABGOC), Sonangol P&P, Bp e TotalEnergies.