L'euro perde terreno sul dollaro, danni all'import. Ma il turismo gioisce

Luci e ombre della brusca correzione del cambio euro/dollaro post-Europee

di Lorenzo Goj
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L'euro perde terreno sul dollaro, che cosa succede all'i

Brusca correzione sul cambio euro/dollaro dopo le elezioni europee e i dati sul lavoro negli Usa. Nella giornata di lunedì 10 giugno, il cambio tra le due valute (EUR/USD) ha subito una nuova correzione, portandosi a ridosso del sostegno grafico in area 1,0725-1,0720 con un minimo a 1,0732. Un ulteriore calo potrebbe spingere le quotazioni a quota 1,07-1,0695.

In sintesi, l’euro si è indebolito, mentre il dollaro si è rafforzato guadagnando valore. Analizzando questo fenomeno, comunque, verrebbe naturalmente da pensare al disastro. Ma non è esattamente così. Ci sono, infatti, anche alcuni lati positivi. In particolare riguardanti il turismo.

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Per i turisti americani, un dollaro più forte rispetto all’euro corrisponde a spendere meno, rendendo così l’Europa una destinazione più accessibile. In questo modo viaggi, alloggi in hotel, cibo e intrattenimento diventano meno cari.

Non solo. La minor spesa può avere un grande impatto anche a livello psicologico. Con un cambio favorevole, i turisti americani potrebbero sentirsi più inclini a spendere di più durante i loro viaggi in Europa, contribuendo positivamente all'economia locale.

Rimane innegabile, però, l’esistenza di alcuni punti a sfavore. E a doverci fare i conti sono soprattutto le aziende. Per le imprese europee che importano beni e servizi dagli Stati Uniti, un euro debole significa che il costo di acquisto in dollari diventa più elevato. Questo, chiaramente, si traduce in un aumento dei prezzi di beni importati sul mercato europeo, influenzando la strategia di prezzo e la domanda.

Nel 2023, l’Italia ha importato dagli Stati Uniti prodotti per oltre 25 miliardi di euro. Un dato, questo, destinare ad aumentare nel caso la forbice tra euro e dollaro rimanesse a queste condizioni.