L'intelligenza artificiale nelle imprese italiane: rivoluzione digitale o promessa incompiuta?
L'intelligenza artificiale sta trasformando il modo di fare impresa a livello globale, ma le PMI italiane sembrano ancora guardare con cautela a questa tecnologia dirompente: facciamo il punto
L'intelligenza artificiale nelle imprese italiane: rivoluzione digitale o promessa incompiuta?
L'intelligenza artificiale sta trasformando il modo di fare impresa a livello globale, ma le PMI italiane sembrano ancora guardare con cautela a questa tecnologia dirompente: se da un lato l'AI viene riconosciuta come fattore strategico per ottimizzare marketing, promozione e gestione dei clienti, dall'altro l'effettiva implementazione nelle aziende italiane resta ancora limitata e frammentaria. Un paradosso che vede le PMI consapevoli del potenziale trasformativo dell'intelligenza artificiale, ma ancora esitanti nel fare il grande salto verso una digitalizzazione avanzata.
Un quadro che emerge dall’ultimo report "L'Intelligenza Artificiale nelle PMI Italiane: stato e prospettive" realizzato da Webidoo Insight Lab, che per la prima volta combina i dati Eurostat con l'analisi sul campo delle reali applicazioni dell'AI attraverso Jooice, piattaforma che centralizza le attività di digital marketing delle PMI.
Secondo i risultati raccolti, solo il 4,7% delle PMI italiane utilizza attivamente soluzioni di intelligenza artificiale, posizionando il paese significativamente indietro rispetto ai leader europei come Danimarca e Finlandia, dove il tasso di adozione si attesta intorno al 14%.
Il divario digitale si manifesta anche a livello geografico all'interno del paese, con il Nord Est che guida l'innovazione con un tasso di adozione del 6%, mentre Centro e Sud mostrano percentuali più contenute, rispettivamente del 2,9% e 4,4%. Tra le imprese che hanno abbracciato l'AI, solo il 34% la utilizza per finalità di marketing, evidenziando un significativo potenziale di crescita inespresso.
“L'intelligenza artificiale sta rapidamente trasformando l’orizzonte per le aziende italiane, offrendo soluzioni innovative che possono rivoluzionare i processi industriali – commenta Fabio Betti, AI Strategist di Cegeka - Questa tecnologia ha una natura ‘liquida’, ovvero può essere adattata e applicata in diversi contesti, ma richiede un'analisi approfondita per determinare dove e come possa generare il massimo impatto e un approccio graduale con progetti ben definiti per testare le potenzialità. Grace - thisisgrace.ai - la prima agente di vendita gen AI di Cegeka, rappresenta un esempio di come l'AI possa essere utilizzata per risolvere problemi specifici e ottimizzare le operazioni aziendali, rendendo la tecnologia accessibile e utile per un'ampia gamma di applicazioni. La chiave per il successo non è adattare i processi esistenti alla tecnologia, ma progettare soluzioni basate sui bisogni e obiettivi specifici, sfruttando la flessibilità dell'intelligenza artificiale per generare valore concreto e sostenibile”.
Da un punto di vista legale, esistono numerose sfide, a partire dai diritti di proprietà intellettuale, come evidenzia Elisabetta Berti Arnoaldi, partner dello studio legale Sena & Partners: “aumenta infatti il rischio di incorrere anche inconsapevolmente nella violazione di diritti altrui laddove la creazione/elaborazione di testi, ma anche di immagini e di prodotti venga affidata a sistemi di A.I. generativa della quale non si conoscano precisamente le regole di alimentazione. Aumenta la probabilità di divulgazione indiscriminata di informazioni riservate ed addirittura di know how e segreti commerciali nel caso in cui il supporto richiesto ad uno strumento di intelligenza artificiale comporti l’immissione (di per sé irreversibile) di informazioni e dati aziendali che vanno a contribuire al feeding del sistema. Aumenta, anche nei rapporti di lavoro, le possibili controversie riguardo alla titolarità dei diritti di esclusiva sulle eventuali creazioni appropriabili in esclusiva. Occorre esserne consapevoli per approfondire la conoscenza dei mezzi legali che già esistono per prevenire e limitare situazioni che possono comportare per l’azienda responsabilità e pregiudizi talvolta anche irreparabili.”
Il settore che mostra maggiore propensione all'adozione è il commercio, con il 33,1% delle implementazioni, seguito da turismo e ristorazione (26,4%) e servizi alle imprese (22,1%). L'utilizzo principale si concentra sulla produzione di contenuti per i social network (51%), siti web (23%) e comunicazioni via e-mail (17%).
Nel settore dei media digitali, l'impatto dell'AI è particolarmente significativo. Come evidenzia Elisa Lupo, Managing Director Italy, Spain & Portugal di Integral AD Science: “l'intelligenza artificiale rappresenta un motore di innovazione senza precedenti, anche nel settore dei media digitali, che è stato radicalmente trasformato da queste nuove tecnologie. L’IA sta ridefinendo il modo in cui vengono analizzati i dati, si creano contenuti e si ottimizzano le campagne pubblicitarie. Permette alle aziende di raggiungere livelli di efficienza mai visti prima, offrendo messaggi sempre più rilevanti e coinvolgenti per i consumatori. Tuttavia, la rapidità con cui si evolve l'intelligenza artificiale genera anche nuove sfide: dalla proliferazione di deepfake e disinformazione a siti progettati per raccogliere budget pubblicitari senza offrire un valore reale. Gli sviluppi della tecnologia di misurazione e ottimizzazione saranno un ingrediente fondamentale per valutare e proteggere le campagne digitali. La misurazione dell'attenzione aiuterà gli esperti dei media a garantire che i loro annunci catturino gli occhi dei consumatori, mentre la misurazione guidata dall'intelligenza artificiale per i contenuti multimediali aiuterà a proteggere i brand evitando la pubblicità adiacente a contenuti a rischio. Secondo il nostro ultimo Industry Pulse Report 2025, realizzato insieme a YouGov, il 71% degli esperti media ritiene che l'attività di misurazione guidata dall'IA garantirà agli annunci digitali di essere inseriti in contesti sicuri per il brand, mentre l'80% concorda sul fatto che la misurazione dell'attenzione agli annunci video digitali sarà importante per valutare le performance della campagna. Insomma, l'IA non è solo una leva di innovazione, ma anche uno strumento fondamentale per misurare e ottimizzare l'efficacia delle campagne pubblicitarie in un contesto in continua evoluzione”
I benefici economici dell'adozione dell'AI sono tangibili: secondo uno studio di McKinsey citato nel report Webidoo, le PMI che implementano almeno una tecnologia AI possono incrementare i profitti fino al 16%, mentre una ricerca del MIT Sloan Management Review indica che le aziende che integrano l'AI nelle proprie strategie registrano un fatturato del 32% superiore rispetto ai concorrenti.
L’avv. Marco Annoni, Partner – Head of Intellectual Property di DWF Italy mette in luce alcuni aspetti delicati: “L'impiego di strumenti di IA, per quanto certamente disruptive e potenzialmente innovativi nel settore del marketing e pubblicitario, presentano ad oggi numerose criticità dettate dalla incapacità di detti sistemi di verificare la correttezza delle informazioni oltre che l'integrità dei contenuti realizzati. Inoltre, l'entrata in vigore della AI Act lo scorso 1° agosto, pone in capo alle aziende che intendono impiegare strumenti di IA nel settore del marketing, la necessità di adeguarsi a specifici obblighi ovvero implementare particolari cautele quali: implementare sistemi di gestione del rischio atti ad identificare e mitigare potenziali rischi connessi all'uso dell'IA; impiegare misure volte a garantire maggiore trasparenza in relazione agli algoritmi di IA utilizzati oltre alla tracciabilità delle decisioni prese dal sistema di IA; assicurare l'adeguatezza dell'IA con le disposizioni sulla protezione dei dati personali previste dal GDPR; effettuare una valutazione di conformità per verificare che il sistema di IA soddisfi tutti i requisiti dell'AI Act; prevedere attività di audit costante, sì da accertate la conformità del sistema di IA alle disposizioni in vigore o, in caso contrario, per attuare le necessarie modifiche di conformità; attivarsi per formare ai propri dipendenti in merito alle previsione da rispettare sulla base dell'AI Act e delle normative applicabili; nominare all'interno della specifica azienda un responsabile per l'AI in grado di supervisionare in merito al rispetto delle previsioni di cui all'AI Act. In considerazione di quanto sopra, sebbene i sistemi di AI paiono offrire, anche nel settore marketing e pubblicitario, un importante strumento per migliorare e velocizzare specifici processi, gli stessi richiedono, a bilanciamento dei potenziali rischi derivanti dall'uso di detti sistemi, che venga condotta da parte di chi impiega tali strumenti una verifica costante, oltre a misure volte ad assicurare l'integrità e la credibilità dei contenuti generati da tali sistemi."
Anche la mancanza di personale qualificato e i costi di implementazione rappresentano altre principali barriere per le PMI. Per superare queste sfide, il mercato sta rispondendo con soluzioni sempre più accessibili e intuitive, mentre il mondo della formazione si sta adeguando con iniziative mirate. Sono sempre più numerosi i progetti sviluppati dalle aziende per sostenere la formazione in AI. Parte in questi giorni la seconda edizione di AI GIRLS, il percorso di formazione digitale completamente gratuito dedicato alle studentesse delle scuole secondarie di tutta Italia. Voluto e sostenuto da IGT, con Codemotion, la più grande community tech in Europa, il progetto investe sul futuro delle ragazze, portando nuove competenze per il superamento del divario di genere. AI GIRLS punta a formare una nuova generazione di appassionate programmatrici e future professioniste delle STEAM attraverso un percorso di formazione e PCTO (Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) inedito, ricco e appassionante. Il corso, da novembre a fine marzo 2025, si rivolge anche quest’anno a oltre 300 studentesse dai 16 ai 18 anni delle scuole secondarie di secondo grado, per arrivare a coinvolgerne quasi mille alla fine del 2026. Il programma è composto da laboratori pratici su intelligenza artificiale e creative coding da remoto, con laboratori live curati da educatori esperti di didattica e tecnologia, e da contenuti “on-demand”, tra challenge, approfondimenti ed esercizi.
L'intelligenza artificiale si configura quindi non solo come un'opportunità tecnologica, ma come un vero e proprio motore di crescita economica, capace di rendere le aziende più efficienti e competitive in un mercato in continua evoluzione. Per le PMI italiane, essere tra gli early adopter può significare acquisire un vantaggio competitivo strategico, anticipando il mercato e cogliendo nuove opportunità di crescita prima dei competitor.
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