L’unicorno statunitense Wellhub acquisisce la startup italiana del fitness Fitprime: giro d'affari da 9 milioni
Wellhub, piattaforma di servizi per il benessere in azienda ha acquisito Fitprime, startup del fitness, e dà vita alla più grande rete italiana per la salute psicofisica dei dipendenti
L’unicorno statunitense Wellhub acquisisce l’italiana Fitprime
Wellhub, piattaforma di servizi per il benessere in azienda ha acquisito Fitprime, startup del fitness, e dà vita alla più grande rete italiana per la salute psicofisica dei dipendenti. Wellhub è l'unicorno americano del fitness (già Gympass): dopo aver scaricato l'App, i dipendenti scelgono un piano personalizzato e pagano un abbonamento mensile, che consente una fruizione ibrida di servizi, sia in presenza che online.
Oggi è utilizzato da oltre 19.000 aziende in 11 paesi; in Italia Wellhub conta oltre 4.300 partner, 500 milioni di check-in e tre milioni di abbonati. Fitprime invece, fondata nel 2016 da Matteo Musa, Gianluca Mozzillo, Laura Carpintieri e Damiano Rossi, consente alle aziende di offrire benefit per la salute olistica, attraverso la possibilità di accedere a 3.500 centri sportivi affiliati in 1.200 città, consulti con nutrizionisti e psicologi, a più di 400.000 dipendenti in tutta Italia.
In soli tre anni il suo giro d'affari è cresciuto di oltre tredici volte passando da circa 0,65 milioni di euro al 31 dicembre 2020 a circa 9 milioni di euro a fine 2023. L'operazione riguarda la cessione del 100% da parte degli azionisti della società italiana a Wellhub attraverso un'operazione perfezionata parte per cassa e parte attraverso l'attribuzione di azioni dell'acquirente con il conseguente ingresso degli azionisti di Fitprime nel capitale dell'unicorno statunitense. Wellhub ad oggi può vantare tra i suoi principali investitori player internazionali del venture capital quali Atomico, EQT Growth, Softbank Vision Fund e General Atlantic.
Al capitale di Fitprime partecipano Vertis SGR, attraverso i fondi Vertis Venture 2 Scaleup e Vertis Venture 4 Scaleup Lazio entrati entrambi nel 2020, oltre che Zest, IAG, Club degli Investitori e alcuni business angel tra cui Andrea Febbraio. Per Zest, l'acceleratore di startup, l'exit ha generato un controvalore di 4 milioni di euro, di cui il 50% in cash e il 50% in azioni dell'unicorno