La Cina vende titoli di debito Usa e scende sotto il trilione di dollari
Per la prima volta da 12 anni a questa parte Pechino è scesa sotto i 1.000 miliardi. Ora il Giappone è il principale detentore di debito americano
La Cina vende oltre il 10% del debito pubblico americano in un anno
Sarà per le tensioni che serpeggiavano ancora prima della visita di Nancy Pelosi a Taiwan. Sarà perché Pechino ha deciso di diversificare il proprio portafoglio. Sarà anche per il maxi-rialzo dei tassi operato dalla Fed (che ha ribadito che non è in programma un’inversione di tendenza a breve). Fatto sta che, per la prima volta in 12 anni, le disponibilità cinesi di debito statunitense sono scese al di sotto di 1 trilione di dollari. Si tratta di una tendenza iniziata all’inizio del 2021 e che, progressivamente, ha portato il governo di Pechino a decidere di abbandonare i “treasury” americani. A maggio, infatti, il livello è sceso a 967,8 miliardi di dollari, secondo i dati del Dipartimento del Tesoro. Si tratta di un calo di quasi 13 miliardi rispetto a maggio e di oltre 100 miliardi, o il 10%, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si tratta, come detto, della prima volta da maggio del 2010 che le partecipazioni della Cina sono scese al di sotto della soglia del trilione. Il Giappone è ora il principale detentore del debito statunitense con 1,2 trilioni di dollari.
Il calo del debito arriva quando la Federal Reserve statunitense ha alzato i tassi per fermare l'inflazione al suo tasso più veloce dal 1981. Quando i tassi salgono sulle obbligazioni, i prezzi scendono, il che significa una perdita di capitale per gli investitori che vendono le obbligazioni prima della scadenza. Il calo della quota della Cina è stato attribuito anche a Pechino che lavora per diversificare il suo portafoglio di debiti esteri.