La crisi nera di Volkswagen, tre impianti in chiusura e 15mila posti di lavoro in bilico. Ipotesi accantonamento di 4,4 mld
I 10 miliardi di risparmi previsti entro il 2026 non sono più sufficienti, ora servono altri 5 miliardi per riprendersi
Scatta l'allarme in Volkswagen: impianti a rischio chiusura e 15mila licenziamenti in arrivo
Chiusura degli impianti, oltre 15mila dipendenti a rischio licenziamento e un potenziale accantonamento di 4,4 miliardi di euro nel quarto trimestre. Per Volkswagen è un periodo tutt'altro che florido. Come rivelano gli analisti di Jefferies e come riporta Il Sole24Ore: l’azienda è pronta a rivedere drasticamente i suoi accordi storici, mettendo fine a trent’anni di garanzie sul lavoro.
La crisi è profonda, e i 10 miliardi di euro di risparmi pianificati entro il 2026 non bastano più. Volkswagen ha bisogno di ulteriori 5 miliardi per rimettersi in carreggiata, visto che il margine operativo è crollato al 2,6%, ben lontano dall’obiettivo del 6,5%. La competitività del brand è a rischio e il mercato non perdona. La chiusura di almeno un impianto di assemblaggio e uno di componentistica in Germania è praticamente certa, ma si parla anche di altri tre stabilimenti nel mirino. Un colpo durissimo per il tessuto industriale tedesco e per i lavoratori, soprattutto perché la protezione dei posti di lavoro, garantita fino al 2029, verrà cancellata con effetto immediato.
I sindacati, per quanto potenti, sono con le mani legate. Secondo Jefferies, possono scioperare solo per questioni salariali, non per bloccare le chiusure o i licenziamenti, a meno che i contratti non li proteggano. Ma questi contratti stanno per scadere. Con la fine degli accordi salariali prevista per la fine dell’anno, i lavoratori si trovano a fronteggiare un futuro incerto, senza possibilità di contrattazione sulle decisioni più critiche.
Sul fronte del Consiglio di sorveglianza, la situazione è altrettanto tesa. Composto da 20 membri, metà rappresentanti degli azionisti e metà dei lavoratori, il Consiglio è presieduto da Hans Dieter Pötsch. E sebbene i sindacati abbiano una forte rappresentanza, la loro influenza potrebbe non bastare a frenare l’onda dei tagli.
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Volkswagen è a un bivio: o accelera i tagli e la ristrutturazione, o rischia di vedere il proprio impero sgretolarsi sotto il peso della competizione globale e delle sfide della transizione energetica. I prossimi mesi saranno decisivi per il futuro dell’azienda e dell’intero settore automobilistico europeo.