La firma di Berlusconi cercata in Rete: il testamento colombiano era un falso
La procura indaga per falso, truffa e ricettazione l’imprenditore Di Nunzio. I suoi movimenti su internet svelano il piano
Testamento colombiano, era tutto falso. Svelato il copia e incolla di Di Nunzio
Doccia gelata sul secondo testamento colombiano di Silvio Berlusconi, il caso si chiude: era semplicemente tutto falso. Ora l'imprenditore piemontese Marco Di Nunzio, l'uomo che aveva svelato l'esistenza di questo testo a firma del Cavaliere, è indagato per truffa e ricettazione. I pm - si legge su La Verità - hanno accertato grazie a una perizia tecnica che Di Nunzio aveva inviato una Pec al notaio Roveda cinque giorni dopo la morte di Berlusconi. In allegato c’era il documento di cui successivamente ha parlato anche Report. Il 19 giugno aveva anche mandato una diffida al notaio e alla stampa, parlando di richieste di risarcimento danni per il documento che recava la data del 21 settembre 2021 e le firme del notaio Jimenez Najera Margarita Rosa (che ha smentito e denunciato).
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La società investigativa che ha indagato sul caso - prosegue La Verità - ha scoperto che il file era stato creato tramite un convertitore da Word a Pdf. La data di creazione risale al 15 giugno 2023. Nella relazione tecnica si accerta che chi lo ha creato aveva cercato su Internet documenti testamentari e li aveva poi modificati aggiungendo i nomi giusti. In uno dei documenti è stato anche usato un correttore per togliere un errore. Mentre il contratto di lavoro presentato da Di Nunzio era un collage di altri pezzi presi da internet. "Confrontando poi il testo del documento inviato da Marco Di Nunzio con quello del documento ritrovato online emerge che i due testi risultano essere identici, a meno di piccole sostituzioni e cancellazioni". Mentre le firme di Berlusconi Di Nunzio le ha scaricate da internet dopo la ricerca "firma Berlusconi".