La settimana dei mercati: occhi puntati sull'inflazione Usa e sul pil russo

Nonostante non siano in programma eventi particolarmente destabilizzanti, gli analisti si attendono qualche scossone

Economia
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Occhi puntati sull'inflazione Usa

La prossima settimana sarà povera di eventi e l’attenzione sarà tutta concentrata mercoledì sul dato dell’inflazione Usa a luglio. Gli analisti si aspettano un rallentamento dal 9,1% all'8,7%, per effetto principalmente del calo del prezzo della benzina negli Stati Uniti. Tuttavia l'inflazione 'core' al netto dei prezzi dell'energia e dei beni alimentari, dovrebbe invece accelerare dal 5,9% al 6,1%. Sarà importante verificare se la componente shelter, che comprende i prezzi del settore immobiliare, inizierà ad evidenziare dei segnali di rallentamento. Sempre mercoledì sono attesi i dati sull’inflazione della Cina, previsti in rialzo, anche se a livello assoluto i prezzi al consumo della Cina viaggiano a un livello molto più moderato rispetto a quelli delle economie occidentali. Anche Francia, Germania e Brasile pubblicheranno i dati sull'inflazione a luglio. Sul fronte macro, sempre dalla Cina, arriverà domenica la lettura della bilancia commerciale di luglio, che dovrebbe registrare un calo del surplus, dopo il forte rialzo dello scorso mese. In Gran Bretagna venerdì uscirà il dato preliminare del Pil del secondo trimestre, atteso in contrazione rispetto al trimestre precedente. Sempre venerdì la Russia diffonderà i dati sul Pil nel secondo trimestre, da cui sarà possibile ricavare l'impatto della guerra e delle sanzioni occidentali. Sul fronte monetario giovedì si terrà la riunione della banca centrale messicana, che dovrebbe rialzare i tassi di tre quarti di punto, portandoli all'8,50%. Da monitorare anche gli interventi di alcuni membri Fed, prevalentemente non votanti, che parleranno tutti dopo la pubblicazione del dato sull’inflazione di mercoledì. 

“Tutto continua a ruotare intorno alle mosse della Fed – spiega all'Agi Vincenzo Bova, strategist di MtsCapitalservices - Se il mercato si aspetta che la Fed rallenti un po’ il passo sui tassi le Borse salgono, se invece escono dati che segnalano che la Fed sarà ancora più aggressiva le Borse scendono. In un contesto diverso, di banche centrali meno restrittive, il dato positivo di venerdì sull’occupazione Usa avrebbe fatto salire l’azionario, perché avrebbe segnalato che l’economia Usa è forte. Invece ora, più è forte l’economia Usa e più la Fed alza I tassi per frenare l’inflazione. E questo significa che sui mercati gli asset a rischio possono anche rimbalzare, come è successo nelle ultime due settimane, ma poi ci vuole poco per farli riscendere”. “Per la prossima settimana e anche oltre i segnali non sono buoni per i mercati – aggiunge Bova – Negli ultimi giorni le Borse erano salite tanto, sperando che la Fed rallentasse sui tassi. Poi l’aumento dell’occupazione Usa a luglio ha messo un freno alla risalita delle Borse. Sarà importante capire come reagiranno mercoledì i mercati ai dati sull’inflazione Usa. Tuttavia servirà un rallentamento molto forte dei prezzi per far cambiare idea ai mercati e farli tornare a crescere in modo stabile, anche perché c’è da tener conto che la Fed continuerà sempre più a drenare liquidità dai mercati. E di fondo c’è da capire cosa farà la Cina a Taiwan, dove la situazione è grave, perché i cinesi si sono arrabbiati di brutto, anche se non mi aspetto cattive sorprese al di fuori di qualche rafforzamento delle sanzioni”.