Lavoro, il mercato punta alla ripresa. Sorpasso sul 2019: +150mila posizioni

Buone notizie dal mondo del lavoro in somministrazione: secondo i dati di Assolavoro il mercato è in ripresa. Pmi, alberghi e ristoranti in cerca di personale

(Lapresse)
Economia
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Lavoro, buone notizie in arrivo: secondo i dati di Assolavoro il mercato della somministrazione è in ripresa. Previste 150mila assunzioni nei mesi di luglio-agosto 

Il mercato del lavoro corre verso la ripresa: dopo il rallentamento del 2020 secondo Assolavoro, l’associazione che raggruppa le agenzie per il lavoro, per i mesi di luglio e agosto ci sarà una crescita di 150mila posizioni rispetto allo stesso periodo del 2019. Dopo diciotto mesi di buio, arriva quindi una conferma importante: il lavoro in somministrazione segna una ripresa. Basta guardare qualche dato: i lavoratori in missione presso le aziende e la Pa nel mese di aprile erano 438.262: +31,7% rispetto ad aprile 2020 e +10,4% rispetto allo stesso mese del 2019, e superano quota 400mila da settembre 2020, riferiscono i dati di Assolavoro riportati dal Sole 24 Ore.

Inoltre, secondo il quadro che emerge dall'analisi condotta dal Sole 24 Ore presso alcuni dei principali operatori della somministrazione di lavoro, le richieste di personale arrivano alle agenzie non solo dalle grandi aziende, ma anche dalle piccole e medie imprese, e non solo dai settori che hanno risentito meno della battuta d’arresto del 2020, come la grande distribuzione o l’Ict, ma anche da settori fortemente penalizzati dalle restrizioni legate alla pandemia: ristorazione, alberghi e moda. 

Le agenzie, secono l'analisi, sono infatti in cerca di svariate figure professionali: sviluppatori front end, software engineer, project manager It e digital, progettisti meccanici, specialisti e-commerce, financial controller, agenti commerciali, specialisti Seo, operatori di call center ed help desk, cuochi, tecnici elettromeccanici, tecnici programmatori Plc, Hr specialist. Ma non solo: anche manutentori elettromeccanici, assemblatori di schede elettroniche, addetti al robot di saldatura, conduttori impianti Cnc, carropontisti e magazzinieri operai. 

Uno sviluppo grande e importante, dovuto principalmente per due motivi, spiega Alessandro Ramazza, presidente di Assolavoro, per prima cosa "le aziende hanno una vista a breve: non hanno certezza sul futuro e quindi chiedono lavoratori a tempo determinato. Molti di questi sostituiscono quelli che sono stati lasciati a casa l’anno passato, ma molti altri no. Da qui il delta positivo. Quando le prospettive saranno più sicure, questi rapporti di lavoro si tradurranno in rapporti a tempo indeterminato, sia in somministrazione, sia in assunzioni dirette delle aziende".

Mentre la seconda ragione, continua Ramazza, "è legata al fatto che in questi mesi abbiamo protetto i lavoratori anche tramite accordi con le organizzazioni sindacali. Grazie a questi accordi, i lavoratori hanno potuto avere la copertura degli ammortizzatori sociali e interventi di tipo formativo che hanno tutelato la loro professionalità”.

Secondo gli operatori in campo,  il problema attuale non è la richiesta di lavoro da parte delle aziende, che rispetto al 2020 è comunque aumentata del 30-35%, ma la ricerca di personale. Una difficoltà sottolineata sia da Zoltan Daghero, managing director di Gi Group Temp&Perm: “Stimiamo che la crescita rimanga costante anche nella seconda parte dell’anno, il problema è reperire personae”, che da Gianluca Zelli, amministratore delegato di Sgb Humangest holding, “l’andamento del primo semestre 2021 compensa ampiamente le perdite del 2020, e abbiamo grosse richieste di personale anche dal settore Horeca: hotel e ristorazione. Abbiamo tuttavia problemi di reclutamento che non avevamo mai rilevato da 20 anni a questa parte. L’ampia diffusione della cassa integrazione, della Naspi, del reddito di cittadinanza, rischiano di diventare Il lavoro dopo la pandemia”.

Coma nota Elena Parpaiola, amministratore delegato di Randstad Italia, "le politiche passive per definizione non stimolano i lavoratori all’azione". "Quello che serve sono incentivi a rimettersi in moto. Bene quindi il superamento dei vincoli sulle causali per i contratti a termine, e dovrebbe essere eliminato anche l’aggravio contributivo dello 0,5% sul rinnovo dei contratti a tempo determinato", continua Parpaiola.

Secndo l'Istat la crescita dell'occupazione, in questi ultimi mesi, è stata infatti trainata dai contratti a termine: 418mila in più rispetto a maggio 2020. Se è vero che la metà dei lavoratori in somministrazione ha meno di 34 anni, una delle spinte delle attivazioni potrebbe arrivare quindi dallo sgravio contributivo del 100% per l’assunzione di under 36, previsto dalla legge di Bilancio 2021, e ancora in attesa di autorizzazione dall'Unione europea, conclude il Sole 24 Ore.