Il Foglio passa di mano? Voci su Cairo, anche Berlusconi e Iervolino tra i possibili interessati

ll senatore di Forza Italia e patron della Lazio vorrebbe prendersi il quotidiano di Mainetti, ma spunta anche l'ipotesi Urbano Cairo

Al centro Valter Mainetti,  ai lati Urbano Cairo e Claudio Lotito

Economia

Il Foglio in vendita? Rumor su Cairo. Anche Berlusconi e Iervolino tra i possibili interessati

Lotito vuole fare l'editore e mette gli occhi su Il Foglio. “Mi piacerebbe molto. È un giornale con una grande storia: è stato di Veronica Lario (dopo il divorzio da Berlusconi ndr.), e Giuliano Ferrara, (direttore fino al 2015, e ora editorialista ndr.). Insomma gente importante. Un quotidiano che parla a un pubblico di nicchia. Sarebbe una grande operazione culturale", dice il presidente della Lazio e senatore di Forza Italia.

In un’intervista rilasciata al Il Fatto Quotidiano, il patron delle Aquile non lascia spazio a fraintendimenti.  "Non lo farei in quanto Claudio Lotito, senatore della Repubblica di Forza Italia. Lo farei per una finalità diversa: rendere edotte le persone", spiega, piazzandosi già come l’uomo giusto su cui puntare per riportare il giornalismo a una missione più alta, fuori dalle logiche di partito, per dare al pubblico strumenti di conoscenza vera.

Lotito è un visionario, certo, ma anche un individualista convinto. Le sue parole, “Sarei il proprietario”, non lasciano spazio a dubbi e fraintendimenti: non entrerebbe come socio di minoranza, sottolineando la sua lunga amicizia con Valter Mainetti, presidente della Società Italiana per le Condotte d'Acqua e di Musa Comunicazione, e azionista principale del Gruppo Sorgente, proprietario de Il Foglio. Ma cosa ne pensa Mainetti di queste dichiarazioni?

L’imprenditore è fermo: non c'è nessuna vendita all'orizzonte. In risposta ai rumors, Mainetti smentisce categoricamente qualsiasi ipotesi di cessione de Il Foglio. Anzi fonti vicine al finanziere, impegnato nel rilancio della storica impresa di costruzioni Condotte 1880, ribadiscono che Foglio Edizioni, editrice del quotidiano diretto da Cerasa, non ha alcuna intenzione di vendere. “L’interesse attorno al giornale è comprensibile,” ammettono, ma la cessione non è nemmeno in discussione.

Eppure, le voci circolano e già da tempo si parla di una possibile e tacita vendita.  Mainetti, del resto, è un uomo che ha costruito successi e fallimenti in silenzio. Diversamente da molti potenti, non ama i riflettori ma pianifica le sue mosse con pazienza. Fondatore di Sorgente Group, holding che spazia tra editoria, immobiliare e finanza, è anche un noto collezionista d’arte, spetto centrale per Mainetti, che con la moglie Paola ha creato una no-profit nel settore. Forse è proprio per questa sua visione strategica e discreta che si mormora che, con passo felpato, potrebbe comunque cedere Il Foglio.

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Ma se Mainetti volesse davvero vendere, la faccenda sarebbe tutt’altro che liscia. In famiglia, nessuno sembra avere il minimo interesse per l’editoria. Da una parte c’è il figlio Gabriele, regista, produttore cinematografico e ormai star del settore, premiato con un David di Donatello per "Lo chiamavano Jeeg Robot". Insomma non esattamente uno che scalpita per prendersi un giornale tra le mani. Dall’altra c’è Veronica, imprenditrice, attivista ambientale e artista visiva. Sicuramente più vicina agli ambienti del padre, ma troppo presa a gestire i suoi progetti nel mondo dell’edilizia per interessarsi alla guida di un quotidiano.

Quindi, cosa resta a Mainetti? Guardarsi intorno, magari tra qualche collega disposto a prendersi il "malloppo". Ed ecco che spunta il nome di Urbano Cairo. Secondo Dagospia, Mainetti avrebbe proposto a lui l’acquisizione de Il Foglio. Ma Cairo, già presidente del Torino, alla guida di Cairo Communication e di Rrcs MediaGroup, avrebbe davvero bisogno di un altro quotidiano? La sua galassia editoriale è già piuttosto affollata. E poi c’è la questione politica: Il Foglio, attualmente di centro-sinistra, atlantista, ha una linea editoriale non proprio facile da digerire per chiunque. La testata ha costruito la propria reputazione su opinioni forti e controcorrente. Cairo si prenderebbe davvero il rischio di aggiungere questo peso – storico e culturale – al suo impero? O forse preferisce restare con ciò che ha già tra le mani, evitando di complicarsi la vita con una testata dal passato ingombrante e dal presente non meno spinoso?

La piazza è ancora aperta. Danilo Iervolino, per esempio, potrebbe entrare in gioco. Dopo aver ceduto L’Espresso a Donato Ammaturo – imprenditore alla guida del gruppo petrolifero ed energetico Ludoil – potrebbe avere ancora fame di avventure editoriali. E perché non immaginare un ritorno dei Berlusconi? Non sarebbe poi così folle. Già nel 2011 Paolo Berlusconi Finanziaria deteneva il 38% de Il Foglio, rilevando le quote di Veronica Lario. Ora potrebbe essere Marina a fare la mossa, ampliando l’impero Mondadori e puntando su un altro pezzo pregiato dell’editoria nostra.

Ma c'è sempre l'opzione più ovvia: Mainetti potrebbe decidere di tenersi tutto per sé. Non dimentichiamo che l'altra Foglio Edizioni, guidata da Ilaria Fasano, si sta espandendo sempre di più con pubblicazioni di libri come "A lezione da Aldo Moro" e "C’era una volta il calcio", oltre a produrre podcast e video d’arte. Insomma, il progetto editoriale ha gambe per correre e, dalle parti di Mainetti, il consiglio sembra essere chiaro: tenersi stretto Il Foglio e cavalcare l'onda dell'espansione multimediale. Ma chissà, il mercato è imprevedibile, e l'aria di cambiamento potrebbe rimescolare ancora una volta le carte in tavola.

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