Lvmh, conti in calo e il titolo crolla in Borsa: Hermès la supera. Nemmeno Arnault immune ai dazi di Trump

I ricavi del primo trimestre 2025 si sono fermati a 20,3 miliardi, in calo del 2% rispetto al 2024. Gli analisti rivedono al ribasso le previsioni per tutto il comparto del lusso

di redazione economia
(fonte Lapresse)
Economia

Lvmh delude i mercati: il colosso del lusso frena e trascina giù l’intero settore

La bolla dorata del lusso scricchiola. LVMH, il gigante mondiale guidato da Bernard Arnault, ha aperto la settimana in Borsa con un tonfo del 7,72% a Parigi. La causa? Una trimestrale che sa di doccia fredda. I ricavi del primo trimestre 2025 si sono fermati a 20,3 miliardi di euro, in calo del 2% rispetto allo stesso periodo del 2024, contro i 21,2 miliardi attesi dal mercato.

Una battuta d’arresto che pesa, soprattutto in un contesto globale già traballante. Il segnale più allarmante arriva dagli Stati Uniti, dove LVMH genera un quarto del suo fatturato e dove le vendite stanno rallentando in modo alquanto evidente, e dove incombe lo spettro dei dazi voluti da Donald Trump, pronto a colpire con un bel +10% su beni prodotti in Francia, Italia e Svizzera – guarda caso, le culle del lusso europeo.

Arnault, che a fine marzo è volato a Washington per tentare di disinnescare la mina, aveva parlato di “ottimismo” e di una possibile espansione della produzione americana. Ma per ora l’effetto è tutt'altro che ottimistico. La moda, core business di LVMH, è scesa dell’1% – un segnale che le stelle del portafoglio del gruppo (Louis Vuitton, Dior, Celine) non sono immuni alla frenata globale. Il risultato? Gli analisti stanno rivedendo al ribasso le previsioni per tutto il comparto. Secondo Bernstein, il 2025 segnerà un calo del 2% nei ricavi del lusso, contro una precedente previsione di crescita del 5%. HSBC ha addirittura cancellato le stime di crescita organica per LVMH e l’intero settore: la ripresa americana non ci sarà.

E se il mercato smette di brindare – "meno bottiglie di champagne stappate", ha detto Erwan Rambourg di HSBC – è il sentiment a crollare prima ancora dei margini. C'è poi la mina vagante Gucci. Il marchio di punta di Kering rischia un crollo del 25% nelle vendite trimestrali. Un'emorragia che mette in discussione le stime dell’intero gruppo per l’anno in corso. Mentre Hermès, regina delle borse Birkin, dovrebbe invece crescere dell’8% e confermarsi l’eccezione alla regola.

La morale è che il settore del lusso, schiacciato tra guerre commerciali, consumatori nervosi e un quadro macroeconomico sempre più instabile, è in sofferenza. LVMH ha dato il via alla stagione degli utili, ma il rischio è che quella del 2025 sia più che altro la stagione di delusioni.

Lvmh crolla in Borsa, Hermès la supera per capitalizzazione

Dopo il crollo delle azioni del colosso Lvmh, conseguenza di un primo trimestre che ha deluso le attese, martedì mattina la capitalizzazione di mercato di Hermès ha toccato i 248 miliardi di euro, superando i 246 miliardi del gruppo di Bernard Arnault. La società ha conquistato così anche il primato di titolo di maggior valore del Cac 40, l’indice delle blue chip francesi, nonché di terza maggiore realtà quotata in tutta Europa, dopo la società di software Sap e la casa farmaceutica danese Novo Nordisk, nota per il suo farmaco per la perdita di peso.

 

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