Macron ancora in gara, Borse festeggiano. Le Pen? No, a far paura è il debito

La positiva reazione delle Borse europee sembra essere una prova plastica della "serenità" dei mercati verso la disfatta di Macron. Ma sotto c'è dell'altro...

di Redazione Economia
Tags:
francia
Macron
Economia

Francia, a spaventare i mercati non è l'estrema destra. Ma il debito

Contro i pronostici, le Borse europee hanno reagito bene alla vittoria del partito di Le Pen. Ma per capirne di più, Affaritaliani.it ha interpellato Alberto Tocchio, Head of European Equity and Thematics di Kairos Partners Sgr, il quale ci ha offerto una panoramica delle possibili conseguenze economiche a lungo termine dell’attuale situazione politica in Francia e, soprattutto, come mai la Borsa abbia mostrato questa reazione così controintuitiva.

“La tornata elettorale francese”, spiega l’esperto, “ha generato una vasta serie di reazioni nel mercato, oscillando tra cautela e moderato ottimismo, riflettendo la complessità dell'ambiente politico attuale in Francia e le sue possibili implicazioni economiche a lungo termine”.

LEGGI ANCHE: Borsa, tutta Europa festeggia la sconfitta di Macron: Parigi vola dopo il voto

“Il risultato suggerito dagli exit poll”, prosegue, “non ha confermato una vittoria schiacciante per alcun partito (e soprattutto per la destra-destra), ma ha piuttosto indicato una resistenza significativa al risultato estremo da parte di Reinaissance di Emmanuel Macron”, dice Tocchio.

“Il mercato, dunque, non ha risposto positivamente perché contento della sconfitta di Macron. Anzi. La reazione tonica delle Borse europee è stata data dal fatto che, nonostante l'incertezza, Macron abbia mantenuto una soglia critica di voti oltre il 12,5% (il minimo per poter concorrere alle elezioni), suggerendo meno spazio per l'estremismo dei due partiti concorrenti di destra e sinistra e maggiore possibilità di dialogo tra le forze moderate”, continua l’economista. “Questa percezione ha portato a tale reazione dei mercati, segnale che gli investitori vedono di buon occhio una politica più centrata e dialogante piuttosto che polarizzata”, spiega.

“Tuttavia, la formazione di un'alleanza tra il partito di Macron e le forze di sinistra dopo "l'invito" del presidente francese per scongiurare l'ascesa al potere della destra, resta un'ipotesi molto complessa, forse troppo, con una finestra di tempo ristretta fino alle 18 di domani, martedì 2 luglio, per annunciare un'intenzione congiunta di partecipazione al ballottaggio”, afferma Tocchio. “Sebbene un tale accordo”, continua, “potrebbe teoricamente assicurare una maggioranza stabile, gli analisti e gli stessi partiti coinvolti vedono questa possibilità come poco probabile data la strettezza dei tempi e le significative differenze ideologiche tra Renaissance e la Gauche”.

Ma secondo Tocchio, non è l’estrema destra (o sinistra) a dover far paura ai mercati. “Una delle principali preoccupazioni degli investitori istituzionali stranieri riguarda il debito francese, che ha visto un'escalation significativa negli ultimi anni”, spiega.

LEGGI ANCHE: Francia, svolta della destra del RN: "Al governo anche senza maggioranza"

“Questa situazione di indebitamento elevato”, prosegue, “se combinata con una potenziale instabilità politica, potrebbe portare a un innalzamento dello spread e a una conseguente maggior voglia di vendere da parte degli investitori istituzionali, che in Francia rappresentano oltre il 50% del totale, a differenza dell'Italia dove la quota è circa il 20%”.

“Guardando oltre il brevissimo termine”, afferma l’analista, “la possibilità di una Francia indebolita dal debito presenta significative preoccupazioni per l’Europa intera, considerando che anche la Germania mostra da tempo segni di difficoltà finanziarie”, spiega infine Tocchio.

Per concludere, dunque, la resistenza a soluzioni estreme sembra offrire un barlume di stabilità ai mercati finanziari. Tuttavia, le incertezze rimangono, e non solo per motivi politici, ma per la tegola del debito che, se non affrontata con le giuste misure, potrebbe essere foriera di conseguenza capaci di ridefinire le prospettive economiche dell'Europa intera