Manovra, altro che Superbonus di Conte. Arriva il "piano Fitto" per le case popolari: 1,4 miliardi in aiuto delle famiglie in difficoltà

Il "piano casa" di Fitto? Un'utile lezione per gli sprechi del Superbonus di Conte

di Vincenzo Caccioppoli
Economia

Case popolari, il "piano Fitto" in manovra. Le principali differenze con il folle Superbonus di Conte

Nella manovra finanziaria o, meglio, in un emendamento alla stessa, si torna a parlare di bonus per la casa. Ma in questo caso si tratta di un provvedimento che sembra avere al suo interno profili esattamente contrari a quelli del folle superbonus di contiana memoria.

Si tratta dell’art. 79-bis: “Disposizioni in materia di efficientamento dell’edilizia residenziale pubblica”. L’emendamento stanzia circa 1,4 miliardi (1.381 milioni di euro) per riqualificare gli alloggi sociali e pubblici e delle famiglie a basso reddito, con un miglioramento dell’efficienza energetica di almeno il 30 per cento. Il finanziamento deriva dalla revisione del Pnrr a cui Fitto aveva lavorato da ministro e, più precisamente, dai fondi del capitolo RepowerEu dedicato all’efficientamento energetico del patrimonio pubblico.

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Nello specifico, si tratta dell’Investimento 17 “Strumento finanziario per l’efficientamento dell’edilizia residenziale pubblica (Erp)” della Missione 7. Si tratta infatti di una delle misure inserite nel piano PNRR, riscritto totalmente dall’ex ministro degli Affari europei, attuale vicepresidente esecutivo della commissione europea, Raffaele Fitto.  

Il progetto «intende contrastare il disagio abitativo, anche mediante la valorizzazione del patrimonio immobiliare esistente e il contenimento del consumo di suolo». L’obiettivo è di approvare entro 180 giorni, dunque sei mesi, dalla data di entrata in vigore della legge di bilancio, un piano nazionale per l’edilizia residenziale pubblica e sociale. Il piano, si legge nel testo, «rappresenta uno strumento programmatico finalizzato a definire le strategie di medio e lungo termine per la complessiva riorganizzazione del sistema casa, in sinergia con gli enti territoriali, al fine di fornire risposte ai nuovi fabbisogni abitativi emergenti dal contesto sociale, integrare i programmi di edilizia residenziale e di edilizia sociale, dare nuovo impulso alle iniziative di settore, individuare modelli innovativi di governance e di finanziamento dei progetti, razionalizzare l’utilizzo dell’offerta abitativa disponibile».

In sintesi, il testo propone di intervenire nello specifico verso chi ha davvero bisogno di interventi di riqualificazione abitativa, sia dal punto di vista residenziale che soprattutto sociale, e non è invece indistintamente previsto per tutti, come invece il super bonus, che ha permesso anche la ristrutturazione gratis di castelli e ville.

Proprio per evitare abusi in questo senso il provvedimento è determinato esclusivamente per le prime case. Inoltre, l'efficientamento energetico giocoforza riguarda in gran parte le case popolari, dal momento che la costruzione di circa il 60% dell'edilizia popolare risale a prima del 1978. Si tratta quindi di una misura sociale, perché migliora la qualità delle abitazioni dei nuclei più poveri, oltre che il loro reddito disponibile.

È questa la prima sostanziale differenza rispetto al super bonus, i cui benefici avevano toccato solo il 2% delle case popolari. La seconda differenza evidente, che si riscontra in quello che qualcuno ha già definito come piano Fitto per la casa, è l’importo del finanziamento pubblico, che è circa pari al 65% (contro il 110% del superbonus grillino). Mentre la restante parte sarà invece coperta con interventi da parte delle Esco e delle società che si occupano di finanziamenti per l’efficientamento energetico.

Per queste società dovrebbe anche essere prevista la garanzia da parte di Sace. È un intervento di edilizia sociale che mancava al nostro paese da quasi quarant’anni, e che appunto merita grande attenzione perché mostra come effettivamente si possano fare interventi pubblici che sono sostenibili economicamente e che allo stesso tempo producono effetti positivi sia a livello sociale che sull’ambiente.

In poche parole, si tratta di un intervento sensato, equilibrato e pragmatico, tre condizioni che invece sembrano essere assenti nella misura del vecchio superbonus. Ma l’impegno sulla casa sarà probabilmente rivisto anche a livello europeo, e proprio grazie al neo vice commissario esecutivo europeo, che durante la sua audizione al parlamento europeo a novembre, a tal proposito ha dichiarato: “Ho avuto modo di incontrare il commissario responsabile di questa delega: anche Ursula Von der Leyen pensa di raddoppiare le risorse sulla casa con un piano: questo è il nostro obiettivo, insieme alla semplificazione degli interventi e più coordinamento tra i Commissari".

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