Manovra da 30mld: cuneo fiscale e Irpef, taglio definitivo. Dalle banche 3,5mld, sconti per gli asili e bonus bebè

Il Cdm approva lo schema della legge di bilancio 2025: rinviata la misura sulle accise e niente flat tax allargata. Il testo definitivo

di Redazione Economia
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Manovra da 30mld, più soldi alla Sanità: il conto lo pagano gli extraprofitti delle banche, le assicurazioni e i ministeri. Tutte le misure decise dal Cdm

Il Consiglio dei Ministri ha approvato lo schema definitivo per la prossima manovra finanziaria, una misura da 30mld, più consistente quindi rispetto alle attese. Confermati i due provvedimenti chiave: taglio del cuneo fiscale e dell'Irpef che adesso diventano strutturali. Il primo poi viene ripensato. Rimane una decontribuzione, cioè un taglio ai contributi previdenziali, solo per i lavoratori dipendenti a basso reddito e che di fatto non pagano tasse perché le annullano con le detrazioni (i cosiddetti incapienti). Per tutti gli altri, fino a 35 mila euro di reddito lordo, - riporta La Repubblica - diventa un taglio "fiscale" che agisce quindi, tramite le detrazioni, sull’Irpef abbassando le tasse. L’effetto in busta paga dovrebbe rimanere lo stesso: circa 100 euro medi in più al mese.

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Diventa permanente anche la riduzione da quattro a tre degli scaglioni Irpef, in vigore da quest’anno: fino a 28 mila euro (23%), tra 28 mila e 50 mila euro (35%) e sopra 50 mila euro (43%). Nel testo finale non c'è nessun riferimento alla flat tax allargata, slitta quindi il provvedimento caro alla Lega. Buone notizie per la Sanità che chiude con 3,7 miliardi in più per il Fondo nazionale che, rispetto al 2024, per effetto della manovra dell’anno scorso, disponeva già di un miliardo aggiuntivo. Così l’anno prossimo le risorse a disposizione salgono da 134 a 138,7 miliardi.

Diverse anche le misure a sostegno delle famiglie con figli. La legge di Bilancio prosegue anche con la politica degli incentivi per la natalità: vengono confermate e potenziate le misure sui congedi parentali, ma c’è anche una novità, una riedizione del Bonus bebé previsto nelle passate legislature anche da altri governi. Il Mef annuncia infatti l’arrivo di una "Carta per i nuovi nati" che riconosce 1000 euro ai genitori entro la soglia Isee di 40 mila euro, per far fronte alle tante spese iniziali che le famiglie devono affrontare a ogni nascita. In manovra entra anche lo sconto per le rette degli asili nido. Alla fine il conto della manovra lo pagano le banche e le assicurazioni, oltre ai ministeri.

Agli istituti di credito e alle compagnie assicurative spetterà versare un contributo di 3,5 miliardi, una fetta importante dei circa 30 miliardi (lordi) di coperture della terza legge di bilancio del governo Meloni. Tocca a Giorgetti trattare con l’Abi fino a pochi minuti prima dell’avvio del Consiglio dei ministri: alla fine l’accordo passa da un anticipo sulle Dta (le imposte differite attive) e dalle cosiddette stock options per un totale di tre miliardi. Altri 500 milioni ce li mettono le assicurazioni. Tagli anche ai ministeri: la spending review si fa più pesante del previsto con un taglio lineare del 5% che promette di portare nelle casse dello Stato circa 3 miliardi. Rinviata l’attesa misura delle accise su benzina e diesel.

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