Manovra, la mossa del concordato preventivo esteso fino al 2018. Ma se salta, mancano le coperture

La legge di bilancio si è inceppata, le misure arriveranno solo a novembre: ci sono troppe richieste e pochi soldi a disposizione

di Redazione Economia
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Giancarlo Giorgetti e e Giorgia Meloni
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Manovra, tutto appeso al concordato preventivo. L'idea di renderlo anche retroattivo per ottenere un "tesoretto"

Il governo Meloni continua a lavorare alla prossima manovra finanziaria, la prima scadenza riguarda il piano strutturale da presentare a Bruxelles, doveva essere inviato entro il 20 settembre ma la premier ha deciso di prendere tempo e la nuova scadenza è la fine del mese. Tra una settimana l'Istat comunicherà se, grazie alla revisione al rialzo del Pil degli anni precedenti, il governo avrà a disposizione o meno un "tesoretto". Soldi importantissimi per far fronte alle tante richieste. Tra queste anche quella - riporta La Repubblica - di spingere la natalità con incentivi fiscali ulteriori a favore delle famiglie con figli, che non fa altro che complicare il quadro. Perché ora la lista delle richieste in maggioranza si gonfia.

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Fatto sta che, tra nuove regole europee, revisione dei conti Istat, attesa per il gettito dal concordato biennale, la manovra rischia davvero di slittare a novembre. La manovra è tenuta in ostaggio da un altro fondamentale appuntamento. Anche questo spostato (dal Cdm del 20 giugno scorso) da metà ottobre al 31 ottobre: il termine ultimo per le partite Iva e gli autonomi per aderire - prosegue La Repubblica - al nuovo concordato preventivo biennale che dovrebbe funzionare così: ti metti d’accordo col fisco, paghi poco e non ti controllo per i prossimi due anni.

Il governo ufficialmente non stima nulla (ma si parlava di almeno 2 miliardi). Ma teme il flop. Si spiega solo così l’iniziativa parlamentare di introdurre un condono addirittura retroattivo, l'ipotesi sul tavolo è che si vada indietro fino al 2018. L’emendamento al decreto Omnibus è firmato da FdI (Fausto Orsomarso), Lega (Massimo Garavaglia) e Forza Italia (Dario Damiani). Ecco dunque che fino al 31 ottobre i conti non sono chiusi. Il gettito da concordato dovrebbe servire a tante cose: anticipare il bonus Befana da 100 euro lordi (80 netti) già nel 2024, tagliare le tasse al ceto medio, dare più soldi alle famiglie con figli. Un vasto programma. La manovra slitta a novembre.