Marcegaglia: "Per la guida di Confindustria serve un nome forte in Europa"

Sull'ex-Ilva: l'accordo tra il governo e Mittal è ancora possibile: ecco che cosa serve

di Redazione Economia
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Emma Marcegaglia
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Marcegaglia: "Confindustria? Serve un imprenditore forte"

Emma Marcegaglia, alla guida dell'azienda siderurgica di famiglia insieme al fratello, esprime preoccupazione per la crisi del modello di crescita sia in Italia che in Europa. Parla dei prossimi mesi, dell'accelerazione necessaria su Pnrr e riforme, e del suo ruolo futuro nel B7 durante il semestre di presidenza italiana del G7. E lo fa in un'intervista a Repubblica. 

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L'Italia mostra segni di crescita, anche se modesti, ma la preoccupazione persiste in un contesto europeo in cui la competitività è a rischio. Emma Marcegaglia riflette sull'attuale stagnazione, sottolineando che il rallentamento è in linea con il resto d'Europa ma rappresenta comunque una complicazione. Guardando al 2024, Marcegaglia suggerisce che la ripartenza potrebbe avvenire se le Banche centrali ridurranno i tassi e gli investimenti del Pnrr, inclusi quelli per l'industria 5.0, entreranno in gioco.

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La discussione si sposta sul Pnrr e sulle riforme, con Marcegaglia che evidenzia il ritardo nelle spese del Pnrr e la necessità di riforme più rapide. Commenta la recente revisione, sottolineando che era opportuna per eliminare investimenti non adeguati e suggerisce di intervenire per accelerare la burocrazia. Sull'accordo tra governo e Mittal per l'ex Ilva, Marcegaglia crede che sia possibile, ma ora è il momento di passare all'azione.

Marcegaglia solleva un tema centrale mancante nel Pnrr: formazione e competenze. Sottolinea che l'Italia è indietro in questo settore, indicando la necessità di rimettere al centro delle relazioni industriali la questione delle competenze. Avverte che il problema delle competenze sarà amplificato dal trend demografico in corso e suggerisce una revisione delle politiche migratorie per affrontare il futuro buco di forza lavoro.

Parlando della crisi dell'Ilva, Marcegaglia, principale cliente dell'Ilva, afferma che chiuderla sarebbe una follia e suggerisce che un accordo tra governo e Mittal è ancora possibile. Affronta anche la questione dell'energia in Italia, avvertendo del rischio di riduzione della competitività. Sottolinea che il problema è europeo e critica la politica industriale europea come parziale e troppo regolatoria.

Parlando dell'Europa, Marcegaglia osserva un cambiamento nell'atteggiamento degli imprenditori tedeschi e sottolinea la necessità di lavorare insieme per preservare la forza industriale. Sui temi globali, Marcegaglia ritiene che la globalizzazione non debba essere abbandonata, sostenendo che dividerla in blocchi riduca la crescita e generi disuguaglianze.

Infine, Marcegaglia condivide pensieri sul rinnovo del vertice di Confindustria, sottolineando che, nonostante la politica abbia riacquistato il primato, la rappresentanza sociale deve rimanere forte. Senza fare nomi, sottolinea la necessità di un leader autorevole, possibilmente un imprenditore, alla guida di Confindustria per rafforzarne il ruolo, specialmente nell'ambito europeo.