Mediaset, la campagna europea "rimandata" a settembre

E su Prosieben Berlusconi jr inizia a perdere la pazienza. Il Ceo del Biscione fa il punto sul progetto europeo di consolidamento della tv free generalista

di Andrea Deugeni
Pier Silvio Berlusconi
Lapresse
Economia
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Pier Silvio Berlusconi, vicepresidente e amministratore delegato di Mediaset, parla di “autunno caldo” per il consolidamento nel settore della televisione free generalista (M&A partito in tutto il Vecchio Continente e oltre Oceano meno che in Italia), spiegando di avere “più di un'opzione per partire con il progetto” e “ipotetici partner interessati, sia di tipo finanziario sia di tipo industriale”. 



Ma per il momento, dopo due anni di pantano giudiziario con il riottoso azionista Vivendi, c’è solo una data per la partenza con la prima pietra del piano MediaForEurope (Mfe), varato a giugno 2019 poi bloccato nelle aule di tribunali di mezza Europa. Ovvero il trasferimento della sede legale in Olanda, per sfruttarne i vantaggi del quadro normativo e regolatorio, “previsto a fine settembre”.


 

“Da lì inizieremo a lavorare allo sviluppo del progetto internazionale. Abbiamo più strade, ma è presto per parlarne”, ha aggiunto il Ceo del broadcaster di Cologno Monzese durante un incontro online con la stampa per presentare i palinsesti della prossima stagione. E infatti oltre alla controllata spagnola Mediaset Espana che "farà sicuramente parte del progetto”, le uniche due opzioni sul tavolo sono la solita Prosieben, partecipata al 24,9% (tra quota diretta e indiretta), dove anche la nuova gestione è molto fredda sull’M&A del piccolo schermo (a maggior ragione se fuori dai confini nazionali) e la britannica Channel 4, finita nel programma di privatizzazioni del governo Johnson, ma che potrebbe esser venduta da Downing Street a condizioni non allettanti per il Biscione.

Channel 4 è un bellissimo canale ma è legato al servizio pubblico, bisogna capire se in una ipotetica vendita verrebbe liberata dai vincoli di servizi o pubblico o no. Se rimango questi vincoli, ad esempio sulla quantità di prodotto inglese e sulla tipologia di prodotto, è poco interessante, altrimenti guarderemmo anche quella”, ha specificato infatti Berlusconi jr. E, considerando l’approccio del britannico, è probabile che nel contratto di vendita vengano fissati dei paletti precisi.

Dunque, al Ceo di Mediaset non resta solo che sottolineare ancora una volta la ratio del progetto del consolidamento paneuropeo (“Per sopravvivere bisogna crescere di dimensione e noi vogliamo farlo nel nostro core business unendo le forze con 1-2 altri broadcaster europei per trovare efficienze ma anche aumentare i ricavi) che bypassa le complicazioni antitrust nazionali. Musica già ampiamente sentita dagli investitori.

(Segue: il piccolo cambio di strategia sulla tedesca Prosiebensat)


Al di la dei “colloqui in vista con potenziali partner” che non si vedono all’orizzonte, la grande sfida resta quella dell’emittente tedesca. Ed è solo qui che dopo l’ennesimo niet registrato a inizio giugno, si registra qualche novità nella condotta di Mediaset che pare abbandonare l’approccio felpato di “investitore paziente” di lungo periodo. Infatti, senza aspettare il rinnovo del supervisory board di Prosiebensat nel 2022 per giocare le proprie carte come primo azionista del gruppo tedesco, il Biscione è intenzionato a costruire un dialogo utile con gli altri soci forti per portare a più miti consigli il management o addirittura a un cambio di governance. Niente Opa, ma un ribaltone non è escluso. 


 

“Prosieben è fatta da tre business diversi: broadcasting, dating e consumer. Sugli ultimi due non do giudizi, ma mi auguro che creino valore, sulla parte broadcasting ho la certezza che crei valore. Ma non vogliamo forzare la mano, non abbiamo fretta, pronti a parlarne a confrontarci. A un certo punto inizieremo a parlare con i soci e porteremo un nostro progetto”, ha spiegato Berlusconi jr.

Come sottolineato anche in assemblea, per il momento le buone notizie arrivano solo dalla ripresa del business. Il Ceo punta a chiudere il 2021 mantenendo il livello dei costi in linea con il 2020, mentre sul fronte della raccolta pubblicitaria pensa "di superare il consensus del 10-12% in Italia per la crescita pubblicitaria” a cui contribuirà anche il nuovo accordo con Tim e Dazn sul calcio.

In più, sempre alla voce ricavi, Mediaset potrà contare oltre all'andamento dell'attività caratteristica anche su “gli incassi straordinari legati alla cessione delle torri di telecomunicazione della partecipata Ei Towers, che porteranno a 130 milioni di entrate e 80 di plusvalenza, e alla cessione di Deporvillage in cui aveva investito con il venture capital Ad4Ventures”. Infine, secondo quanto rivelato dalla Reuters, Mediaset si è appena aggiudicata i diritti esclusivi di trasmettere le partite di Coppa Italia per le prossime tre stagioni con un offerta da 48,2 milioni di euro l'anno.

@andreadeugeni