Medici al lavoro fino a 72 anni, cambia tutto. Brutte notizie per i primari...
Con il decreto Milleproroghe, i camici bianchi del Servizio sanitario nazionale potranno, per scelta, rimandare la pensione ai 72 anni
Decreto Milleproroghe, medici al lavoro fino a 72 anni: pensione posticipata. Ma non per tutti
Camici bianchi al lavoro fino ai 72 anni. Con la misura approvata al decreto Milleproroghe, i medici che lavorano per il Servizio sanitario nazionale potranno scegliere su base volontaria di rinviare la pensione. Ma vediamo più nel dettaglio la nuova norma.
La proroga permette alle “aziende del Servizio sanitario nazionale, fino al 31 dicembre 2025” di poter “trattenere in servizio, su istanza degli interessati, i dirigenti medici e sanitari dipendenti del Servizio sanitario nazionale”. Oggi al massimo possono restare fino ai 70 anni d’età ma sempre dietro l’autorizzazione dell’Asl.
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L'impiego dei medici anziani sarà vantaggioso anche per soddisfare le necessità di formazione e supporto del personale, consentendo loro di assistere i colleghi più giovani. Tuttavia, potranno altresì tornare a svolgere mansioni assistenziali per affrontare la grave carenza di personale nelle corsie.
Questa disposizione non si limita ai medici operanti presso le ASL, ma si estende anche ai dirigenti medici e sanitari del Ministero della Salute (come specificato all'articolo 17, comma 1, della legge n. 3 del 11 gennaio 2018) e soprattutto ai docenti universitari che praticano medicina e chirurgia in ambito assistenziale.
Come riporta il Sole 24 Ore, con la nuova norma potrà tornare in servizio anche chi è andato in pensione dal 1 settembre del 2023. Chi torna in servizio dovrà però optare “per il mantenimento del trattamento previdenziale già in godimento ovvero per l'erogazione della retribuzione connessa all'incarico da conferire”. Un punto questo da chiarire bene sul quale molto probabilmente dovrà intervenire una circolare esplicativa da parte dei ministeri della Salute e del Lavoro.
Ma ci sono delle condizioni. Chi deciderà di rinviare la pensione non potrà mantenere o assumere incarichi dirigenziali apicali “di struttura complessa o dipartimentale o di livello generale”, in poche parole chi fa il primario dovrà rinunciare all’incarico.