Mediobanca, Delfin e la pazza idea di presentare una lista di minoranza

La holding di Milleri studia questa possibilità ma non c'è accordo al momento. Respinta anche la proposta di Nagel per un patto triennale

di Redazione Economia
Francesco Milleri, Ceo di Luxottica
Economia

Mediobanca, il difficile accordo da trovare. I piani di Milleri e Nagel e la strada in salita verso il cda di ottobre

Mosse e contromosse in vista del cruciale cda di Mediobanca del prossimo 28 ottobre. Si susseguono i colloqui tra management e azionisti e si tenta di trovare un accordo per la composizione della prossima assemblea. Ma al momento - si legge su La Stampa - servirebbe un mezzo miracolo per scongiurare la possibilità che Delfin, la holding che un tempo faceva capo a Leonardo Del Vecchio e che possiede una quota che sfiora il 20%, presenti una sua lista di minoranza per l’istituto di Piazzetta Cuccia. Se questo scenario verrà confermato, si tratterà di un secondo episodio di uno scontro in realtà iniziato più di un anno fa e che come primo apice ha avuto l’assemblea delle Generali di fine aprile 2022.

Allora, da una parte c’era una lista del cda uscente appoggiata da Mediobanca, che puntava a confermare l’ad del Leone di Trieste, Philippe Donnet, e dall’altra un fronte composto da Delfin, la holding azionista del colosso Essilor-Luxottica, insieme a Caltagirone che fu poi appoggiato anche da Atlantia (oggi Mundys) e Fondazione Crt. L’onda lunga di quello scontro, come atteso da molti, adesso è arrivata fino a Mediobanca.

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La novità - prosegue La Stampa - è che, anche se nulla è stato ancora messo nero su bianco, tutto porta a pensare che anche Delfin presenterà una sua lista composta da cinque consiglieri senza indicare un amministratore delegato, con l’obiettivo di mettere pressione sul ceo Alberto Nagel. In realtà i tentativi di ricucire tra le parti ci sono stati, ma non hanno portato ad alcun risultato. Nel corso degli ultimi mesi si sarebbero tenute almeno tre riunioni per cercare di trovare una soluzione. C’è una variabile che potrebbe sbloccare questo apparente impasse ed è la presidenza di Mediobanca. Il punto è che anche immaginando un presidente diverso da Antonio Pagliaro, la nuova nomina per placare gli animi dovrebbe essere condivisa tra Nagel, Milleri e Caltagirone. Ma trovare un profilo che vada bene a tutti sembra al momento impossibile.

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