Mediobanca, Monge nel Patto. Gavio raddoppia.Pronti nuovi ingressi. E il 5%...

di Andrea Deugeni
Da sinistra Leonardo Del Vecchio, Francesco Caltagirone e Alberto Nagel
Economia
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Mentre è in atto il pressing di Leonardo Del Vecchio appoggiato da Francesco Caltagirone, il ceo di Mediobanca Alberto Nagel riceve i rinforzi dei soci del patto di consultazione di Piazzetta Cuccia dopo che i Benetton hanno annunciato che dal primo gennaio non faranno più parte dell'accordo parasociale, sfilando il loro 2,1%.

Dopo che già nei mesi scorsi aveva fatto sapere di voler entrare nel Patto alla prima finestra temporale utile, la famiglia piemontese (di Cuneo) del pet food Monge ha apportato il proprio 1,09% del capitale, mentre lo storico alleato Gavio ha praticamente raddoppiato il proprio pacchetto incrementandolo dallo 0,66% all'1,25%. Anche il gruppo Lucchini ha arrotondato la propria partecipazione salendo dallo 0,38% allo 0,53%.

Rispettivamente a giugno e a settembre, anche gli Acutis di Vittoria Assicurazioni e il gruppo Angelini avevano incremetato le proprie quote allo 0,25 i primi e allo 0,45% i secondi. Le mosse compensative nell'accordo parasociale hanno consentito al nocciolo di azionisti che sostengono il management di far rimanere il patto light attorno al 10% anche se formalmente da gennaio, al netto di ingressi che paiono molto probabili, ĺ'ammontare complessivo del capitale apportato scenderà dal 10,7% al 9,98% (ora, con i Benetton ancora dentro, è al 12,08%).

"Il Patto è destinato ad allargarsi", ha spiegato infatti ad Affaritaliani.it una fonte vicina all'accordo parasociale al termine dell'assemblea del Patto in Piazzetta Cuccia. Una riunione che è stata "un buon incontro", in cui "i soci hanno apprezzato i risultati e dato supporto al piano". Secondo la fonte, "il 10% potrebbe salire prossimamente, entro la fine dell'anno, grazie all'apporto di soci interni ed esterni. Sono arrivate manifestazioni di interesse dall'interno e sono attese anche dall'esterno" all'accordo. Il Patto light, erede del più vincolante blocco di sindacato che caratterizzò le precedenti gestioni di Enrico Cuccia e di Vincenzo Maranghi, riunisce tra gli altri i Doris (3,28% tramite Mediolanum e 0,50% tramite Finprog), il gruppo Ferrero (0,64%) e il gruppo Pecci (0,52%).

In più, Alberto Nagel può già contare sul supporto dall'esterno al Patto di un ulteriore 5% del capitale, soci che storicamente sostengono il management di cui "apprezzano le strategie e il piano industriale". Chi sono? Diego Della Valle (uno 0,5%), la famiglia Bertazzoni, l'Unipol di Carlo Cimbri e Vincent Bollorè.

@andreadeugeni