Meloni taglia 1,2mld alla sanità territoriale. Scatta la rivolta delle Regioni

Meno ospedali e case di comunità. I governatori pronti a ricorrere alla Corte Costituzionale

di Redazione Economia
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Sanità, gli effetti dei tagli decisi dal governo. Regioni in grande difficoltà

Il governo Meloni ha tagliato le spese sulla sanità, in particolare quella territoriale. Si tratta di 1,2 mld che erano stati promessi alle Regioni e che invece sono stati destinati altrove. Questa decisione però ha scatenato l'ira dei governatori costretti a rinunciare a nuove strutture: in particolare ospedali e case di comunità. Il governo - riporta Il Fatto Quotidiano - non ha fatto retromarcia e le Regioni che avevano chiesto almeno un impegno formale per la reintegrazione dei fondi, valutano il ricorso alla Corte Costituzionale. "Ricorso non escluso perché si tratta di un taglio: punto", dice l’assessore regionale alla Salute dell’Emilia-Romagna Raffaele Donini, che è anche il coordinatore della commissione Sanità della Conferenza delle Regioni. "Ora - prosegue Donini -, siamo costretti a impegnare, con i cantieri già aperti, una quota delle risorse che avrebbero dovuto essere destinate agli investimenti sull'edilizia sanitaria".

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La questione - prosegue Il Fatto - si intreccia alla realizzazione delle case e degli ospedali di comunità previsti dal decreto ministeriale 77 del 2022 che riforma la medicina territoriale. Con la rimodulazione del Pnrr (che complessivamente destina alla sanità 15,63 miliardi) un parte delle strutture, 586 per l’esattezza, è stata dirottata sul fondo per l’edilizia sanitaria: non solo case di comunità (414 su un totale di 1.350) e ospedali (96 su 400) ma anche le centrali operative territoriali (76 su complessive 600), che servono alla organizzazione e al raccordo dei servizi sanitari. Su quel fondo, gestito dal Tesoro, sono fermi 10 miliardi. La maggior parte delle Regioni non ne ha attivata nemmeno una di struttura territoriale, né ha dato il via all’attività delle centrali operative.

Fatte salve la Lombardia, l’Emilia-Romagna, il Piemonte e il Veneto (quest’ultimo solo per gli ospedali di comunità) - riporta Il Fatto - la maggioranza delle Regioni è ancora o al punto di partenza o molto indietro. La Lombardia ha già attive oltre 90 case di comunità su un totale di 199, ha realizzato 36 centrali operative territoriali su 101 previste e 17 ospedali di comunità sui 66 che deve assicurare. L’Emilia-Romagna, che era già dotata di case di comunità prima dell’approvazione della riforma, ne ha 43 su 85 e dispone di 5 centrali operative territoriali su 45, mentre per quanto riguarda gli ospedali di comunità ne ha 5 su 27. In Piemonte sono 38 le case di comunità su 82 previste, la Toscana ne ha 6 su 77.