Facebook, addio al fact-checking: tagliati migliaia di posti di lavoro. Zuckerberg copia il "metodo Musk"
Al posto dei fact-checkers verranno adottate le Community notes: uno strumento di moderazione in cui gli utenti stessi possono aggiungere note contestuali ai post controversi
Zuckerberg taglia il fact-checking su Facebook: risparmi da 100 milioni e miagliaia di licenziamenti in arrivo
Meta ha già disdetto i contratti che la legavano a ben 90 agenzie specializzate nel fact-checking dei suoi siti, ossia Facebook, Instagram e Whatsapp che contano su oltre 3 miliardi di utenti. Insomma un bel risparmio dato che l'enorme rete globale costituita da Meta fin dal 2016 per verificare ed eventualmente sospendere le fake news apparse sui suoi social network costava parecchio. Ora l'alternativa è a costo zero dato che la società si affiderà ai suoi utenti per correggere i post imprecisi e falsi e adottando, ha detto, un approccio più personalizzato ai contenuti politici.
Eppure nel 2016 si era impegnata con forza e, aveva promesso, a lungo termine del settore del fact-checking aiutando i fact-checker a sviluppare nuove competenze, perseguire l'innovazione e intensificare i loro sforzi per affrontare meglio la disinformazione online. "Abbiamo costruito- scriveva Meta- la più grande rete globale di fact-checking di qualsiasi altra piattaforma e dal 2016 abbiamo contribuito con oltre 100 milioni di dollari a programmi a sostegno dei nostri sforzi di fact-checking. Ciò include il supporto diretto dei fact-checker per il loro lavoro sulle nostre piattaforme, nonché iniziative di settore come sponsorizzazioni, borse di studio e programmi di sovvenzione. Investiamo inoltre importanti risorse per supportare i fact-checker nei momenti di crisi e di guerra. Dall'inizio del 2020, abbiamo dato la priorità a fornire ulteriore supporto e risorse ai fact-checker alle prese con un numero crescente di bufale sul COVID-19 e con la disinformazione relativa ai vaccini".
Tutto cancellato dunque con soddisfazione del presidente eletto Donald Trump che preferisce questo approccio anarchico per le news in rete, simile a quello utilizzato da X di Elon Musk. Al suo posto dei fact-checker verranno infatti adottate le Community notes uno strumento di moderazione in cui gli utenti stessi possono aggiungere note contestuali ai post controversi, fornendo chiarimenti o un contesto aggiuntivo. In un video Mark Zuckerberg aveva detto che il fact-checking aveva portato a troppa censura. E dunque era meglio "tornare alle nostre radici, alla libera espressione". Nel frattempo però il web è cambiato e ora è davvero alla portata di tutti grazie a smartphone sempre più performanti e a costi sempre più bassi per l'accesso in rete. Il risultato del provvedimento di Meta è comunque evidente: migliaia di persone che lavorano nel settore perderanno il posto di lavoro. Certo al momento la misura è stata presa solo per gli Stati Uniti dato che le leggi europee sono più stringenti. Il risparmio per Meta è comunque certo dato che l'impiego delle agenzie con fact-checker professionisti costava qualche centinaio di milioni di dollari all'anno.