Mfe preme su Prosiebensat: separare e vendere l'e-commerce

L’obiettivo è impegnare il cda di Prosiebensat a predisporre la scissione delle attività non televisive per la creazione di due società quotate distinte

di Redazione Economia
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⁠Mfe scorporo per Prosiebensat: vendere le attività di dating e e-commerce 

Il dating e l'e-commerce devono uscire dal perimetro di Prosiebensat. Quello che finora è arrivato da MfeMediaset alla partecipata tedesca (con il 29,7%) in varie forme - prima come auspicio, come idea, poi come invito - assume ora i tratti della proposta formale, comunicata al Supervisory board del broadcaster bavarese con la richiesta che sia inserita nell'ordine del giorno della prossima assemblea generale dei soci del 30 aprile. La soluzione indicata è una scissione che, si legge nel comunicato diramato ieri mattina da Mediaforeurope, «comporterebbe la creazione di due società quotate distinte gestite dai rispettivi team di gestione indipendenti». Lo scrive Il Sole 24 Ore.

Uno split delle attività in due società che ha fatto immediatamente drizzare le antenne di chi, da tempo, immagina un'azione del gruppo Mediaset in chiave MeA, muovendo sul broadcaster bavarese con il quale la tv italiana si trova, a differenza dei primi tempi del suo investimento, sostanzialmente appaiata in termini di capitalizzazione di mercato. Scenario tutto da verificare. Certe invece sono le bacchettate in piena regola del gruppo di Cologno riservate al management della partecipata: «Sebbene l'executive board di ProSiebenSat.l abbia ripetutamente dichiarato l'intenzione di riconcentrarsi sull'Entertainment Business, i progressi compiuti sono stati, fino ad oggi, troppo lenti». È così che «presentando questa proposta Mfe intende offrire all'executive board una soluzione per perseguire con decisione la sua strategia e valorizzare nel miglior modo possibile le attività nell'interesse di tutti gli azionisti», evitando anche il cosiddetto holding discount «oggi causato dal consolidamento di attività commerciali molto diverse e non sinergiche».

Arriva in questo modo a un punto di svolta la partita che dal 2019 - anno dell'ingresso del gruppo Mediaset in Prosiebensat - si sta giocando fra Cologno e Unterföhring con una Mfe che in più occasioni, da ultimo con dichiarazioni dell'ad Pier Silvio Berlusconi, si è fatta sentire sulla necessità di Prosiebensat di focalizzarsi sul corebusiness. Tanto più dopo la presentazione dei conti del 2023 in cui la partecipata tedesca ha chiuso con una perdita di 134 milioni (dopo i -49 milioni di un anno prima), con ricavi in flessione a 3,85 miliardi (-7,5%) ed ebitdarettifirato sceso a 578 milioni (-14,8%). Il tutto replicando il dividendo staccato per l'esercizio 2022:5 centesimi per azione. Numeri che non fanno la felicità di una Mediaset che per il 2023 prevede utili superiori ai 217 milioni di euro.

Dal broadcaster bavarese negli ultimi tempi sono arrivate aperture a Mediaset sulla condivisione di scelte strategiche, ma anche risposte, all'atto pratico, tutt'altro che concilianti. Lo dimostrerebbe quanto accaduto con l'ufficializzazione da parte del Consiglio di sorveglianza della proposta dei candidati per il rinnovo dei tre posti nello stesso board all'ordine del giorno dell'assemblea degli azionisti del 30 aprile. Nomi che, a quanto riportato da Radiocor, non sarebbero stati condivisi a priori dal Supervisory Board con il primo azionista, Mediaforeurope. Il quale in alternativa, segnala Reuters, ha indicato nella sua controproposta Leopoldo Attolico, ex banchiere di Citi ed esperto di MeA, oltre che Simone Scettri, ex partner di Ernst e Young. Quella del 30 aprile rischia dunque di diventare una sfida in assemblea in cui il 29,7% di Mfe ha evidentemente un peso chiave, assieme al 15% gruppo Ppf (guidato dalla vedova di Kellner, Renata Kellnerova la cui famiglia è collegata anche al miliardario ceco Daniel Kretinsky)

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