Mirafiori, reattori nucleari nel sito Stellantis. Pichetto: "Si può fare"

Il ministro dell'Ambiente e dell'energia apre alla realizzazione di impianti nucleari a Torino: "Il costo è di 2 miliardi"

di Redazione Economia
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Reattori nucleari nel sito Stellantis di Mirafiori, il ministro Pichetto Fratin apre alla realizzazione a Torino

Reattori nucleari nello stabilimento Stellantis di Mirafiori? Per Pichetto Fratin si può fare. A margine del convegno “Nucleare di quarta generazione” a Torino, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica ha affermato la necessità di nuove centrali nucleari sostenibili per soddisfare il fabbisogno nazionale di energia.

“Se Newcleo andrà avanti potrebbe starci”, ha dichiarato riferendosi alla startup che sta investendo nel nucleare pulito in Piemonte. "Le stime”, continua il ministro, “sono di due miliardi circa per la costruzione di ogni piccolo reattore nucleare di quarta generazione, con ricadute occupazionali e di qualificazione professionale. Significa davvero un passo verso il futuro", ha spiegato.

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"Il nucleare dà continuità - rileva Pichetto - le energie rinnovabili ordinarie come fotovoltaico ed eolico non sono in grado di dare continuità, invece questo è un modo per integrare la produzione a livello nazionale". E continua: "Siamo ancora in una fase di sperimentazione. Stiamo lavorando con l'Università".

"Nell’immediato futuro, alla fine di questo decennio e all’inizio del prossimo - osserva Pichetto - la ricerca e la sperimentazione vanno verso quelli che sono definiti ‘piccoli reattori’, che danno maggiori garanzie di praticità, di sicurezza e in termini di energia rinnovabile".

Ma non solo Newcleo. Come spiega Pichetto Fratin: “Il ruolo dell'Italia nel nucleare di nuova generazione ci vede impegnati sulla fusione nucleare negli Stati Uniti, con un grandissimo impegno di Eni che ha investito quasi mezzo miliardo; questo significa guardare al futuro".

Infine, il ministro ha parlato anche dell’argomento scorie. "Il vero tema dei rifiuti nucleari è quello dei rifiuti ordinari. Credo che un Paese serio non possa continuare in eterno con gli attuali trenta o quaranta depositi e con la difficoltà di stoccaggio, perché questo vuol dire avere un sito in ogni regione. La valutazione seria è di fare uno o due grandi siti di quelli non ad alta intensità per dare una soluzione definitiva".