Morselli, la "lady d’acciaio" ha una nuova poltrona
La Morselli trova un’altra comoda poltrona, quella di presidente di Pininfarina, nel cui cda...
Morselli, la “lady d’acciaio” ha una nuova poltrona
Non sarà stata solo colpa sua. Non le si potranno addossare tutte le colpe per cui l’ex-Ilva - ora Acciaierie d’Italia - è un malato agonizzante e chissà per quanto lo sarà ancora. Ma è certo che Lucia Morselli nei suoi quattro anni e mezzo al timone di AdI non ha raggiunto gli obiettivi minimamente auspicabili per la più grande acciaieria d’Europa. Un gigante che ha dato da lavorare a un’intera città ma che ha anche ammorbato l’aria della perla dello Ionio con emissioni che hanno fatto schizzare alle stelle il numero di tumori.
Indimenticabile, ad esempio, il suo primo atto ufficiale. Un mese dopo aver assunto la guida dell’ex-Ilva annuncia di voler rinunciare alla produzione di acciaio in Italia, con lo spegnimento degli altiforni tarantini, effettuando una cessione di ramo d’azienda, rescindendo il contratto di affitto che era prodromo dell’acquisizione da parte di ArcelorMittal dell’acciaieria. Da lì succede di tutto: dispute sulle bonifiche, sulle cause legali, perfino sulla quantità di acciaio da produrre. Con alcune perle, come lo stop all’altoforno pugliese mentre si fanno affari in altri Paesi europei un tempo concorrenti del nostro.
Fortunatamente, l’esperienza si conclude a febbraio 2024, quando il ministro Adolfo Urso decide di commissariare l’azienda. Ma è troppo tardi. Il tandem formato con Franco Bernabè - altro campionissimo di poltrone, da Eni a Telecom - ha reso l’acciaieria un gigante dai piedi d’argilla, con dipendenti in cassa integrazione e sindacati sul piede di guerra. Ora, mentre a Taranto si lotta per la sopravvivenza, la Morselli trova un’altra comoda poltrona, quella di presidente di Pininfarina, nel cui cda era già entrata da tempo. Chissà se anche qui troverà il modo per cercare di operare qualche dolorosissimo taglio.