Mps, Bpm, Generali, Mediobanca: il risiko non dorme mai (anzi)
Deutsche Bank rileva “per procura” il 5% del Banco, che ha votato sull’opa su Anima. Ma il fermento nel mondo bancario e assicurativo non si placa
Delfin pronta a salire ancora nel Leone, mentre Caltagirone…
Dopo due anni di sostanziale stasi nel mondo bancario, dopo l’acquisizione da parte di Intesa di Ubi Banca (e dopo l’operazione Bper-Carige) tutto ha ripreso a correre alla velocità della luce nell’intero sistema finanziario. Andiamo con ordine perché di notizie ce ne sono parecchie.
Su Generali, secondo quanto può riferire Affaritaliani.it, la Delfin della famiglia Del Vecchio, guidata da Francesco Milleri, sarebbe pronta ad accrescere la sua posizione - forte di un’autorizzazione Ivass ribadita anche recentemente - oltre il 10%, rafforzando così il blocco degli “scontenti”, che vedono con particolare irritazione (per usare un eufemismo) la presentazione di una lista non già del cda, ma direttamente di Mediobanca che è ancora primo azionista del Leone.
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Francesco Gaetano Caltagirone, colui che sta riportando Roma al centro della finanza dopo anni di “milanocentrismo”, stilerà una lista a breve, stante anche l’anticipo - un po’ irrituale a dire il vero - dell’assemblea che dovrà decidere il rinnovo dei vertici. Ma per i nomi bisogna aspettare ancora qualche giorno, per capire meglio come si muoverà Delfin e anche che cosa farà Andrea Orcel. Unicredit è oltre il 5% del capitale (potenzialmente oltre il 6%).
E in molti scommettono che il banchiere romano non voglia fare una plusvalenza, ma mettere i piedi sul tavolo in tutte le partite, visto l’intrico di partecipazioni. Unicredit, ad esempio, ha nel suo capitale proprio la Delfin. Ha lanciato un’opa su BancoBpm che ha tra i suoi azionisti diretti e indiretti (tramite Anima) proprio Caltagirone, che insieme a Delfin detiene anche una quota rilevante di Mps. Senza dimenticare Mediobanca, primo azionista del Leone, di cui il costruttore e Milleri detengono complessivamente poco meno del 28%.
Per quanto concerne BancoBpm, due sono le notizie. La prima riguarda Anima: oggi ha votato per l’aumento dell’offerta per l’opa sulla Sgr. Scontato l’esito, meno quello che succederà dopo sul tema Danish Compromise. In Piazza Meda ostentano serenità: sono convinti che l’operazione rientri sotto quel cappello e che quindi il capitale non verrà eroso.
L’altro tema riguarda Deutsche Bank, che ieri ha annunciato di detenere “per procura” il 5% del capitale dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna. Chi c’è dietro? Due le ipotesi più probabili (mentre una va smentita seccamente): o Credit Agricole, che già detiene il 15,1% delle azioni e che non ha mai nascosto l’apprezzamento per la banca milanese; oppure un istituto tedesco, su mandato del nascente governo Merz, per ostacolare l’avanzata di Unicredit su Commerzbank.
Una sorta di “scambio di prigionieri”: se Orcel rinuncia ad affondare il colpo in Germania, allora avrà via libera su BancoBpm proprio dai tedeschi. Altrimenti sarà muro contro muro. Da escludere, invece, il coinvolgimento di Caltagirone, che è salito nel frattempo all’8% (aveva il 5) di Mps e punta al 10% di Mediobanca per costruire un blocco da - almeno - il 30% del capitale di Piazzetta Cuccia insieme a Delfin. “L’assalto al fortino è iniziato e alla fine andrà a buon fine” sussurra un pezzo grosso dell’economia interpellato da Affaritaliani.it
Che cosa succederà? Mediobanca, già storicamente parca d’informazioni, è sotto opa e quindi non può dire granché. Quello che è certo è che il salotto buono della finanza, crocevia di ogni operazione finanziaria, è oggi assai più redditizia per i soci ma decisamente meno influente a livello sistemico rispetto al verbo propugnato dal duo Enrico Cuccia e Vincenzo Maranghi. I bookmaker sono pronti a scommettere su diversi scenari, ecco quelli maggiormente quotati: a Trieste prevarrà ancora una volta la linea Mediobanca, ma a tempo, perché nel frattempo i rapporti di forza sono destinati a cambiare.
L’opa di Mps su Piazzetta Cuccia, supportata dal governo e da Milleri-Caltagirone, alla fine andrà in porto. E i due si ritroveranno quindi a poter dettare la loro linea anche sul Leone. Mentre Unicredit, probabilmente riuscirà a prendere BancoBpm, rivedendo decisamente al rialzo l’offerta ma dovendo, probabilmente, mollare la presa su Commerzbank per le resistenze del governo tedesco. Sarà così? Quello che è certo è che - per citare un famoso film - “il denaro non dorme mai”. E in questi giorni a maggior ragione