Mps e il dilemma della vendita: Giorgetti prenda una decisione. E se al Mef servono soldi...

BancoPosta-MPS, sarà bene che proceda alla vendita dell'intero pacchetto se...

di Ezio Pozzati
Economia

Mps e il dilemma della vendita

Nell'ultimo decennio si è arrivati a spendere quasi 30 miliardi, tra aumenti di capitale, contributi pubblici e privati, oltre alle tante riduzioni del personale (pensionamenti e prepensionamenti vari sono a carico dello Stato).

Sono forse pochi? Il Ministro Giorgetti è alla caccia di un cospicuo numero miliardi per far fronte alle necessità attuali. Fra le tante cose (gioielli di famiglia) a cui si sta pensando di vendere c'è anche il BancoPosta (il MEF dichiara di non voler andare sotto il 51%), mentre un tarlo si è insinuato nella riflessione per la vendita di MPS (capitale posseduto 26,73%), perché i dati di oggi ci dicono che ha un utile, nel secondo semestre 2024, di 862,5 milioni (1,159 MLD nel 2023), ebbene vorrei ricordare che una rondine non fa primavera e se è vero che il MEF ha bisogno di tutti questi soldi sarà bene che proceda alla vendita dell'intero pacchetto, che ai prezzi di oggi dovrebbe ammontare a circa 665 milioni di euro, mettendo così una pietra sopra al buco che è stato, negli anni, in buona parte tappato con i soldi dei contribuenti.

Domanda legittima: e se in un prossimo futuro una eventuale recessione e/o uno “scombussolamento” dei mercati mettessero ancora in pericolo i conti di MPS a noi contribuenti quanto costerebbe ancora? Se questa volontà di far cassa con i gioielli di famiglia ha il sopravvento allora si faccia quanto stabilito e non si pensi all'uovo di oggi, ma alla gallina che, molto probabilmente, non darà più uova domani.

Ci siamo già dimenticati di cosa è successo dal tempo dei mutui subprime (2008) al COVID19 (2020-2022)? chiudo con un proverbio latino di Quinto Orazio Flacco: Tempus edax rerum – Il tempo divora ogni cosa.

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