Mps, le barricate dei partiti sulla rimozione di Bastianini

Il cambio della guida della banca senese il termometro della vera forza di Draghi con Salvini&C

di Andrea Deugeni
Economia
Condividi su:

Pd toscano, Leu, Lega e M5S chiedono spiegazioni a Franco

Pd toscano. Poi Leu e Lega. E in arrivo anche, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, la sollevazione dei sindacati con l’interessamento al dossier da parte dei tre segretari generali della Triplice. Che siano il Monte dei Paschi e il cambio al timone della banca più antica del mondo il primo termometro per misurare l’effettiva forza di Mario Draghi nella seconda fase di vita del suo esecutivo, rinvigorito sulla carta dalla sconfitta dei partiti sulla partita della presidenza della Repubblica?

Il direttore generale del Tesoro Alessandro Rivera


 

Dopo che è emerso che il Tesoro, primo azionista a Rocca Salimbeni con il 64,2% del capitale, intende procedere con la rimozione di Guido Bastianini nel ruolo di Ceo, portando un nuovo manager a Siena in modo da percorrere agevolmente l’ultimo miglio pre-privatizzazione di Mps, con l’ennesimo aumento di capitale da portare a casa coinvolgendo anche il mercato, è partita la solita levata di scudi della politica. Levata dalle convergenze parallele che già in passato, anche durante il Conte bis, era entrata a gamba tesa nei piani del Mef per uscire dal capitale del gruppo nazionalizzato nel 2017.

In mattinata in difesa dell’ex Capitalia e Carige Bastianini, insediato al Monte nel 2020 con la benedizione grillina, si è lanciato subito il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani. Il motivo? Il banchiere di Rocca Salimbeni è al lavoro su strategie stand-alone di Mps, mantenendo l'indentità del gruppo e confermando più o meno lo stesso numero di esuberi del vecchio piano industriale, cifra che garantisce anche la tenuta occupazionale sul territorio e che cozza invece che i maggiori tagli che Bruxelles vorrebbe a Siena per portare il rapporto cost-income (al 61%) sui livelli medi del mercato (51,5%).

"Vorrei prevenire quello che viene ipotizzato da alcuni giornali, perchè sarebbe davvero un voler colpire colui che si è maggiormente adoperato per riqualificare e rilanciare il Monte dei Paschi”, ha tuonato Giani.

(Segue...)

“Quest'uomo ha guidato come amministratore delegato di Mps una fase estremamente positiva", ha aggiunto il presidente della Toscana per cui ora il gruppo è "in una situazione di utili netti, di impieghi, di raccolta, che la rende da sè in grado di fronteggiare una situazione che invece in passato era stata dipinta come molto critica. Altro che chiedergli le dimissioni: gli deve essere data davvero un'attestazione di grande fiducia per il gran lavoro".

Dunque, ha concluso il governatore, "chiederò un'interlocuzione con il ministro Franco (dell'Economia, ndr), perchè non deve nemmeno esistere una cosa di questo genere", e anzi "ritengo che invece occorra dargli la massima fiducia per andare avanti, come ha fatto superando quelle logiche che, queste sì, in termini speculativi volevano portare a fare del Montepaschi uno spezzatino, con la distruzione della propria identità, cosa su cui mobiliteremo tutta la Toscana perchè non avvenga".

A dar man forza a Giani, è stato poi l’ex viceministro dell’Economia e deputato di Leu Stefano Fassina che ha bollato la "richiesta" del Mef "davvero incomprensibile: Bastianini ha svolto e sta svolgendo un lavoro eccellente, come documentato dai risultati acquisiti e dalle previsioni di bilancio". "Franco - ha concluso - deve venire a fare un'informativa urgente alle Commissioni parlamentari competenti e motivare le iniziative che intende prendere". Assist subito raccolto dalla presidente della Commissione d'inchiesta sul sistema bancario, Carla Ruocco, grillina ex direttorio pentastellato che ha confermato come l’audizione del 15 febbraio in Commissione del ministro dell'Economia sarà l’occasione “per chiarire anche le strategie (del Mef, ndr) sulla corporate governance della banca". 

Al coro, poi, si è unito anche il leader della Lega Matteo Salvini. "La politica non può mettere in discussione l’amministratore delegato di Mps, Bastianini, che ha ottenuto i migliori risultati degli ultimi anni. Il ministro Franco chiarisca: davvero è in discussione un manager che ha dimostrato che Mps può camminare?”, ha scritto in una nota il leader Carroccio.

(Segue...)

E vero che grazie alla crescita da lepre dell’economia italiana Bastianini ha riportato nel 2021 Rocca Salimbeni sul sentiero della redditività (i profitti dei primi nove mesi della banca hanno raggiunto quota 388 milioni di euro), ma, visti i trascorsi passati, per consentire alla banca e al Tesoro di convincere il mercato a sborsare 900 milioni di euro per l’aumento di capitale da 2,5 miliardi ci vuole un banchiere dal forte appeal come lo sono quelli circolati per andare a raccogliere le deleghe a Siena: Luigi Lovaglio, Alessandro Vandelli, Fabio Gallia e Victor Massiah.

I partiti, che fanno parte dell’indebolita maggioranza di governo, alzano la voce sul Monte, ma è anche vero che il M5S è sull’orlo della scissione, Salvini è il grande sconfitto nel Romanzo Quirinale ed Enrico Letta è sempre molto prudente nel mettersi di traverso ai piani dell’ex Bce e del suo braccio destro in Via XX Settembre. Specialmente ora che il capo del Nazareno è riuscito a confermare Sergio Mattarella, rafforzando l'assetto delle larghe intese Quirinale-Palazzo Chigi e uscendo come il meno ammaccato dalla partita per la presidenza della Repubblica.

Riuscirà la coppia Draghi-Franco nella spallata e nel cambio di marcia per instradare definitivamente il dossier Mps sulla via della privatizzazione? Intanto, a Siena dopo le frizioni passate, Bastianini e il presidente Patrizia Grieco non si parlano più e si evitano. 

@andreadeugeni

LEGGI ANCHE: 

- BankItalia, Intesa e UniCredit scendono le capitale. Salgono invece Credito Sportivo, PopPuglia e Banca Ifis

Mps, aumento di capitale e vendita: Vandelli pronto a sostituire Bastianini

Unicredit frena per la crisi ucraina. Ma il made in Italy punta su Mosca