Mps, Palazzo Salimbeni in vendita. In arrivo accordi per altre 4 cause

Perfezionata l'intesa del 21 luglio banca-fondazione sulle richieste di risarcimento danni

Economia
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Sede Montepaschi in vendita. La banca senese e la Fondazione Mps perfezionano l’accordo transattivo annunciato il 21 luglio per chiudere tutte le controversie insorte fra le parti. Litigi che avevano portato Palazzo Sansedoni a mettere sul tavolo del gruppo controllato dal Tesoro richieste di risarcimento danni per 3,8 miliardi legate all'acquisizione di Antonveneta e agli aumenti di capitale del 2011, 2014 e 2015. Come fatto sapere al mercato, la Fondazione si vedrà accreditare 150 milioni di euro, portando a casa anche impegni sulla valorizzazione del patrimonio artistico della banca. 

Nell'ambito dell'intesa con l'ente senese, sono anche previsti impegni "sulla destinazione dell'immobile di Rocca Salimbeni, su cui insisterà una prelazione a favore dell’ente". Prelazione che prevede uno sconto del 10% sulla vendita nel centro storico di Siena, perché immobile soggetto a vincoli di destinazione d'uso.

Non è passata inosservata la tempistica dell’annuncio post suppletive (avrebbe messo in grossa difficoltà il segretario Dem Enrico Letta e infuocato il dibattito elettorale) di questa ulteriore clausola. La presenza di questo codicillo significa che il futuro acquirente (è in corso la trattativa con UniCredit) della banca tiscana non intende sobbarcarsi i costi della sede della direzione generale e inserirla dunque nella lista degli asset che vuole rilevare. Clausola coerente con quanto emerso fino ad ora e cioè che Andrea Orcel non è interessato al marchio, alla storia del Monte e alla struttura direzionale del gruppo.


 

Rocca Salimbeni (o Palazzo Salimbeni) ospita la sede centrale di Mps: il Palazzo in stile neogotico, davanti al quale troneggia la statua dell'economista del XVII secolo Sallustio Bandini, “inventore” della cambiale, si sviluppa su tre piani e custodisce anche una pinacoteca e l'archivio storico della banca più antica del mondo. 

Dunque la bad bank che raccoglierà, assieme alle altre cause legali, gli asset che resteranno fuori dal perimetro della cessione a Piazza Gae Aulenti, dovrà sobbarcarsi anche la vendita dell’immobile Palazzo Salimbeni, percui la fondazione godrà di un diritto di prelazione.  L'accordo consente a Mps di abbattere le richieste risarcitorie, riducendo l'ammontare complessivo del contenzioso, a 6,2 miliardi da un petitum di 10 e "offrendo un contributo rilevante - aveva sottolineato Mps annunciando l'intesa - alla soluzione del principale elemento di incertezza che grava sul bilancio" dell'istituto.

I 150 milioni della transazione sono già stati contabilizzati nei conti del secondo trimestre, chiuso, nonostante questa voce straordinaria negativa, con un utile di 83 milioni di euro. La prelazione sulla sede di Mps e gli impegni sulla valorizzazione del patrimonio artistico della banca arrivano mentre sono alle battute finali le trattative tra il Mef e Unicredit per la possibile cessione dell'istituto senese alla banca guidata da Orcel. 

Con l'accordo, la Fondazione Mps si è assicurata la possibilità di fruire, gratuitamente, del ricco patrimonio artistico di Banca Mps in occasione di mostre e iniziative culturali. Per l'ente, che incasserà 'l'assegno' della banca entro il mese, si pone ora la questione dell'appostamento in bilancio dell'importo, pari a un terzo dell'attuale patrimonio (450 milioni). Il presidente, Carlo Rossi, in una recente dichiarazione pubblica ha indicato la volontà della Fondazione di portare tutta la cifra a patrimonio. L'intesa, secondo un'interpretazione, è come se generasse una plusvalenza dalla partecipazione nella banca conferitaria e quindi potrebbe andare tutta a patrimonio senza transitare dal conto economico dell'ente.

Serve però un intervento del Ministero dell'Economia, autorità di vigilanza sugli enti di origine bancaria, sotto forma di atto normativo, che consenta all'ente l'auspicata destinazione a patrimonio. In questa eventualità Palazzo Sansedoni potrebbe recuperare almeno una 'taglia' con un patrimonio di 600 milioni rispetto ai miliardi bruciati negli anni per seguire le ricapitalizzazioni di Mps, nel tentativo, non contrastato dalla comunità senese, di mantenere una partecipazione di riferimento nel capitale della banca.

Infine, secondo alcune indiscrezioni, sono in dirittura d'arrivo gli accordi stragiudiziali per altre quattro cause fra i 6,2 miliardi di petitum rimanenti.