Mps, l'aumento di capitale "paga" gli esuberi, incontro con i sindacati l'1/9

L'istituto di credito toscano dovrebbe completare entro metà novembre l'iniezione al capitale da 2,5 mld. Ma ben 800 mln finanzieranno gli esodi incentivati

Economia
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Mps, ecco il piano di riorganizzazione: la banca di Siena si spacca in due tra Retail e Corporate/Private

Il gruppo Monte dei Paschi si riorganizza. In vista dei 3.500 esodi incentivati, il 1° settembre ci sarà il primo incontro con i coordinamenti sindacali, ai quali il management ha già inviato il piano di riorganizzazione dei dipendenti.

"Il progetto prevede una serie di interventi volti a semplificare e velocizzare la linea decisionale - è scritto nella lettera di convocazione - con la riduzione dei livelli organizzativi e a rafforzare il presidio territoriale della Rete Commerciale, attraverso l’eliminazione delle 5 Aree Territoriali e la creazione di 14 Direzioni Territoriali Retail, con assetto interno semplificato e riporto diretto alla Direzione Chief Commercial Officer Retail.

Le nuove DTR saranno articolate in 132 Distretti per il seguimento in media di circa 10 filiali ciascuno; 14 Direzioni Territoriali Imprese e Private, con assetto interno semplificato e riporto diretto alla Direzione Chief Commercial Officer Imprese e Private. Le nuove DTIP seguiranno direttamente i 127 centri specialistici, di cui 73 Centri Imprese e 54 Centri Private/Family office".

In sintesi, come scrive La Nazione, la banca capitanata dall’Ad Luigi Lovaglio si divide in due. Da una parte il Retail, la banca commerciale in senso stretto, dall’altra il Corporate e Private, l’istituto che pensa alle imprese e alla gestione patrimoniale delle famiglie. Nel dettaglio, alla luce del piano industriale di Lovaglio, ci saranno 1008 filiali a modulo commerciale, 306 Paschi valore e 46 Sportelli avanzati.

Sulle risorse nei vari settori, in direzione si passerà dai 1.100 dipendenti attuali a 680 risorse, di cui 430 per le nuove direzioni territoriali e 250 in Direzione generale. Dalla direzione e dalle aree territoriali si scenderà dalle 5.903 risorse attuali a 4.193, 1.700 in meno. La rete commerciale passerà dalle 13.400 risorse di oggi a 11.300, con 600 dipendenti che saranno dedicati alla clientela Premium.

Ma non è tutto. Monte dei Paschi si prepara a votare per l’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro che, secondo le intenzioni del Cda, dovrebbe concludersi intorno a metà novembre. Ma l’entità dell’operazione non risulta chiarissima.

Intanto, il numero uno Lovaglio è passato dal dire che “l’aumento di capitale è inscindibile e a condizioni di mercato” (12 luglio scorso, in occasione della presentazione della semestrale) passando alla più recente affermazione secondo cui l’operazione è “scindibile”.

L’AUMENTO DI CAPITALE

Si ricorda, peraltro, che 800 milioni dei 2,5 miliardi totali serviranno a finanziare le 3.500 uscite con cui Mps conta di far scendere di 270 milioni l’anno il costo del lavoro e che nella proposta di delibera che i soci andranno a votare si legge che qualora l’aumento “non risulti integralmente sottoscritto” entro il 12 novembre, “il capitale sociale si intenderà aumentato per un importo pari alle sottoscrizioni raccolte a tale data”.

Sull’operazione di ricapitalizzazione, puntualizza La Repubblica, pende la spada di Damocle della capitalizzazione di Borsa, attualmente pari a 374 milioni. In base ai primi conteggi circolati tra le banche del consorzio di garanzia, non sarà possibile offrire uno sconto sul Terp superiore al 13%, ovvero “una frazione di quello concesso in casi simili”.

Si tratta di prezzi, rileva ancora il quotidiano, che comporterebbero multipli poco attraenti per i potenziali sottoscrittori visto che si arriverebbe a una valutazione superiore a quella di banche come Banco Bpm e Bper.

Non c’è da sorridere neppure con i conti arrivati a luglio: Montepaschi, scrive Startmag, ha archiviato il primo semestre del 2022 con un calo monstre dell’utile dell’86,5% su anno e con una flessione delle principali voci di bilancio (ricavi, commissioni e risultato operativo), cifre che hanno spaventato la Borsa tanto da portare il titolo a cedere oltre il 6% nel giorno della presentazione della semestrale.

Nel frattempo, però, Bruxelles ha concesso più tempo al Tesoro per dismettere la quota del Montepaschi acquisita con il salvataggio statale del 2017. Qualche settimana fa la Dg Comp ha infatti approvato la revisione degli impegni con cui il Mef, a luglio, ha chiesto più tempo per vendere la sua quota dopo che è slittata la deadline inizialmente fissata per fine 2021. In questo modo, si legge, la Rocca potrà “implementare certi disinvestimenti e continuare la ristrutturazione attraverso un’ulteriore riduzione del personale e dei costi operativi in rapporto ai ricavi”.

Come fare dunque a invogliare gli azionisti del mercato? Il giornale diretto da Maurizio Molinari segnala che il ceo Lovaglio ha in agenda una serie di incontri all’estero con investitori istituzionali e che “un’ipotesi teorica, per invogliare i privati, potrebbe rivelarsi l’emissione di azioni a livelli tanto bassi da costituire in pratica un’opzione: con valori irrisori che diano titolo a un’opzione sul rilancio che il piano strategico programma (l’utile obiettivo pre-tasse nel 2024 è di 700 milioni)”.