Mps, rumors: 5.000 esuberi. Dove si distribuiscono.Entro 45 giorni lo sciopero

Ancora richieste di UniCredit in due diligence. I sindacati chiamano il Mef e preparano lo sciopero di un giorno

di Andrea Deugeni
Lapresse
Economia
Condividi su:

Circa 15 dipendenti per i grandi capoluoghi di provincia, come Milano, Firenze, Napoli, Roma e Palermo. Più i grandi presidi della direzione generale a Mantova, a Padova e a Lecce, ex sedi rispettivamente della vecchia Banca Agricola Mantovana, AntonVeneta e Banca 121 inglobate nel perimetro societario dopo la vecchia stagione delle acquisizione del Montepaschi e dove il numero dei bancari che si occupano di funzioni di gruppo sono più numerosi rispetto a quelli di altre aree commerciali su cui è presente la banca (1.182 presenze complessive a Mantova, 1.427 a Padova e 770 a Lecce).


 

A questi bisogna aggiungere i bancari impiegati nelle direzioni delle aree territoriali e nei poli di consorzio, addetti che sommati ai 2.100 della direzione generale centrale di Rocca Salimbeni a Siena (su 2.500 complessivi) portano a quasi 5.000 i dipendenti (su 21.468 in tutto) del Monte preposti alle funzioni di struttura e che in questo momento sono maggiormente sotto pressione per l'incertezza relativa alle conseguenze dell’operazione UniCredit.

L’amministratore delegato della seconda banca italiana, Andrea Orcel, vuole infatti mettere le mani soltanto su quegli asset di Mps che “agevoleranno il raggiungimento di ritorni sostenibili superiori al costo del capitale” puntando all’intera rete commerciale, cercando di scartare alcune aree del Sud accanto a quelle eccedenti le quote antitrust, sempre nel Mezzogiorno (in Puglia e in Sicilia) e, soprattutto, lasciando fuori dal perimetro i grandi centri di costo come quello dei bancari preposti alle funzioni di direzione generale che rappresenterebbero dei duplicati per UniCredit.



Il Ceo di Mps Guido Bastianini

Sono dunque proprio questi 5.000 i maggiori indiziati per il capitolo esuberi che  secondo gli analisti internazionali dovrebbero essere proprio tra i 5 e i 7 mila, numero più vicino alla parte bassa della forchetta secondo le indiscrezioni che invece circolano in ambienti bancari nazionali. Bancari che, oltre al fatto di essere concentrati a Siena (da cui scaturisce un grande problema politico per il Pd in campagna elettorale per le suppletive con il segretario Enrico Letta), sono perlopiù dipendenti skillati fra i 30 e i 50 anni, ben lontani dall’età della pensione e per cui sarà difficile attivare l’ammortizzatore sociale dei prepensionamenti ricorrendo al Fondo esuberi di categoria.


Il Ceo di UniCredit Andrea Orcel

Ecco che dunque, dopo numerosi appelli e richieste anche informali di chiarimento sull'operazione tramite i canali politici delle segreterie di partito al Ministero dell’Economia, il socio di controllo a Siena con il 64,2%, rimasti inascoltate, i sindacati hanno deciso di preparare unitariamente un grande sciopero di un giorno in Mps. Stop che, dopo il tentativo di conciliazione con l’azionista pubblico che durerà cinque giorni da oggi (per il momento le interlocuzioni sono soltanto fra le sigle e l’Abi), sarà proclamato entro 45 giorni.

Oltre ai contorni dell’operazione UniCredit, i sindacati vogliono capire perché il ministro dell’Economia Daniele Franco ha escluso la richiesta di proroghe alla Dg Comp per l’uscita del Mef dal capitale della banca più antica del mondo e la mancata presa in considerazione da parte dello Stato delle altre opzioni che non siano quelle di una cessione a Piazza Gae Aulenti.


Il ministro dell'Economia Daniele Franco

Intanto, secondo quanto risulta ad Affaritaliani.it, proseguono le richieste in due diligence della squadra di Orcel alle strutture di Mps. Un documento scambiato fra le parti illustra la distribuzione dei bancari di Rocca Salimbeni sul territorio:

- SUD: 396 in Abruzzo (1,8%); 63 in Basilicata (0,3%); 426 in Calabria (2%), 1.226 in Campania (5,7%); 53 in Molise (0,2%); 1.678 in Puglia (7,8%); 112 in Sardegna (0,5%); 1.177 in Sicilia (5,5%).

- CENTRO: 1.768 in Lazio (8,2%); 4.45 nelle Marche (2,1%); 415 in Umbria (1,9%); 5.805 in Toscana (27%).

- NORD: 1.019 in Emilia Romagna (4,7%); 398 in Friuli Venezia Giulia (1,9%); 237 in Liguria (1,1%); 3.099 in Lombardia (14,4%); 392 in Piemonte (1,8%); 20 in Trentino Alto Adige (0,1%); 27 in Valle d’Aosta (0,1%); 2707 in Veneto (12,6%) e 5 negli uffici esteri di rappresentanza.