Nissan, fuga di Ghosn in una custodia: carcere per due complici americani
Ghosn lasciò il Giappone per il Libano, dove vive tuttora. Beirut non ha alcun trattato di estradizione con Tokyo
Due cittadini americani sono stati condannati al carcere con l'accusa di aver aiutato l'ex presidente della Nissan Motor, Carlos Ghosn, a fuggire. Si apprende che la Corte distrettuale giapponese di Tokyo ha condannato Michael Taylor, 60 anni, a due anni di carcere e suo figlio Peter, 28 anni, a due mesi dietro le sbarre. Padre e figlio un mese fa avevano ammesso il loro coinvolgimento nella fuga di Ghosn, dichiarandosi colpevoli e pentiti. La procura ha ricostruito che si tratta dei due uomini che aiutarono Ghosn a nascondersi in una custodia per strumenti musicali per imbarcarsi su un aereo privato. "È stata l’ora e mezza più lunga della mia vita” ha raccontato Carlos Ghosn della sua fuga, dentro la custodia di uno strumento musicale, in un’intervista alla Bbc. Gli Usa hanno consegnato alla giustizia giapponese i due complici.
Ghosn, la fuga dal Giappone
Ghosn, ex numero uno di Renault-Nissan-Mitsubishi, era stato arrestato in Giappone nel 2018 con l'accusa di aver commesso reati finanziari. Lui ha parlato di un complotto delle autorità giapponesi, risentite per la crescente influenza della Renault nel gruppo e per le sue iniziative. Dopo che venne rilasciato su cauzione alcuni mesi dopo fu condannato ai domiciliari. Fu in questa circostanza che lasciò il Giappone per il Libano, suo paese d'origine, dove vive tuttora. Beirut non ha alcun trattato di estradizione con Tokyo.
La rocambolesca fuga che lo ho portato fuori dal Giappone sarebbe cominciata su un treno Shinkansen da Tokyo a Osaka. In base alla ricostruzione fornita dall'agenzia di stampa Kyodo, alcune telecamere di sicurezza avrebbero registrato Ghosn alle 14.30 del 29 dicembre del 2018 mentre lasciava la sua abitazione per arrivare alcune ore più tardi alla stazione Shinagawa di Tokyo, dove avrebbe preso il treno per Osaka. L'ex presidente Nissan avrebbe poi raggiunto a bordo di un'auto un hotel nei pressi dell'aeroporto internazionale di Osaka. Dieci minuti dopo le 23 si sarebbe imbarcato a bordo di un jet privato con destinazione finale il Libano.
Una fuga che è stata definita "ingiustificabile" e avvenuta con "metodi illegali" dal ministro della Giustizia Masako Mori. Ghosn, dopo il suo arrivo in Libano, ha detto di essere fuggito "dall'ingiustizia e dalla persecuzione politica" del sistema giudiziario giapponese.