Nomine 2/ Cdp, Turicchi nuovo Ad spinto da Leo e Giorgetti. Trema Scannapieco

Valzer di poltrone in vista per i vertici Cassa depositi e prestiti

di Marco Scotti
Tags:
cassa depositi e prestiti
Antonio Turicchi e Dario Scannapieco
Economia

Cdp, Turicchi al posto di Scannapieco: la pazza idea di Leo e Giorgetti per il futuro della "Cassa"

Il secondo grande pilastro della partita delle nomine è quello che riguarda Cdp. In questo caso si pensa che Giovanni Gorno Tempini potrebbe non essere più indicato come presidente da parte delle Fondazioni bancarie, che vedranno oltretutto il rinnovo dell’Acri il prossimo anno.

Nei giorni scorsi si erano diffuse le voci di un possibile avvicinamento dell’attuale presidente di Cassa Depositi e Prestiti a Intesa SanPaolo, ma pare che sia una via quasi impossibile. Questo perché lo stesso Carlo Messina non sarebbe molto incline a vederlo come numero uno del cda. Certo, Gian Maria Gros Pietro dovrà essere sostituito, ma il profilo giusto deve ancora essere individuato.

LEGGI ANCHE: Nomine 1/ Sergio indeciso: Rai o una partecipata? Mellone verso la fiction

Come amministratore delegato della Cassa, inoltre, si registra un tentativo convinto dell’attuale AD Dario Scannapieco di restare al timone. Difficile dire se sarà un tentativo efficace. Quello che è certo è che il nome più accreditato che viene fatto, cioè quello di Antonino Turicchi, è in cima alle preferenze di due nomi di peso.

Il primo è quello di Giancarlo Giorgetti, che l’ha voluto come presidente “forte” di Ita per dirimere la matassa ingarbugliata dell’ex compagnia di bandiera. Il secondo è quello di Maurizio Leo, che ha una lunga conoscenza di Turicchi essendo stati insieme nella giunta Alemanno: il viceministro dell’economia come assessore al Bilancio ed allo sviluppo economico di Roma Capitale, il presidente di Ita come Direttore esecutivo del Campidoglio.

Giorgetti, in quanto titolare del Mef, avrà sicuramente voce in capitolo. E Leo è assai ascoltato dalla Meloni. Quello che è certo è che in Via Goito sono già iniziate le grandi manovre per la scelta del prossimo board. E in molti scommettono che ci sarà grande bagarre nella maggioranza per decidere le sorti dell’ente che gestisce il risparmio postale degli italiani e che “dà le carte” nell’economia del nostro Paese.