Nomine 4/ Presidenza Acri, Azzone sfida Palenzona per il post-Profumo

In bilico il futuro dell’Associazione delle Casse di Risparmio, il gioco del domino sta per partire

di Marco Scotti
Tags:
cdpintesa san paolo
Fabrizio Palenzona Francesco Profumo Giovanni Azzone
Economia

Acri, la partita per la presidenza per il post-Profumo è tra Palenzona e Azzone

Capitolo finale (per ora) ma non per questo meno avvincente. Questa volta non si parla di aziende a partecipazione statale, ma di una serie di vasi comunicanti che coinvolge comunque Cassa Depositi e Prestiti. Le fondazioni bancarie, infatti, hanno una quota del 15% di Cdp e, da statuto, sono quelle deputate ad indicare il presidente di Via Goito.

L’Acri, l’Associazione delle Casse di Risparmio, è espressione delle fondazioni, anche se i pesi sono lievemente diversi rispetto a quelli in Cdp. Ma, insomma, è ovvio che l’ente che è stato guidato per 19 anni da Giuseppe Guzzetti rimane fondamentale nella scelta del presidente di Cdp (di cui abbiamo già parlato qui).

LEGGI ANCHE: Nomine 1/ Sergio indeciso: Rai o una partecipata? Mellone verso la fiction

Nel 2024 andranno a scadenza, contemporaneamente, sia il vertice dell’Acri, sia quello della Fondazione Sanpaolo. Entrambe sono guidate da Francesco Profumo, ex ministro dell’Istruzione, che non potrà più ricoprire questo ruolo perché ha raggiunto il limite dei due mandati. Chi al suo posto alla presidenza dell’Associazione delle Casse di Risparmio?

Se inizialmente si dava per certo il nome di Fabrizio Palenzona, appena tornato al timone della Crt, ora voci accreditate riferiscono ad Affaritaliani.it che in pole position ci sarebbe l’attuale vicepresidente dell’Acri Giovanni Azzone. Il quale è stato “benedetto” dallo stesso Guzzetti che ha ancora oggi un grande peso all’interno dell’Associazione.

Palenzona, ovviamente, non rinuncerebbe al timone dell’Acri “a cuor leggero”. È possibile immaginare, quindi, che possa ripiegare su una vicepresidenza ottenendo però in cambio incarichi chiave per sé e per i suoi fedelissimi. Si vedrà, insomma. Come detto, da rinnovare c’è anche il vertice della Compagnia di San Paolo: per il dopo Profumo si fa con insistenza il nome di Giorgio Barba Navaretti, che a Torino è un’istituzione essendo anche zio di John, Lapo e Ginevra Elkann.

L’ex ministro dell’Istruzione del governo Monti, però, potrebbe restare disoccupato solo un anno. Per lui sarebbe pronta la presidenza di Intesa SanPaolo. Il suo rivale più accreditato è Massimo Tononi, vicino a Giovanni Bazoli e attuale presidente di BancoBpm, appena rinnovato ad aprile scorso. In quel caso si tratterebbe di anticipare di un anno l’uscita da Piazzetta Meda. Il gioco del domino sta per partire.