Nomine, Fincantieri e Autostrade aprono le danze: il borsino

Mentre Pierroberto Folgiero sembra essere sicuro della riconferma, qualche nube si addensa sul presidente Mazzotta. E il ceo di Autostrade Tommasi ha un rivale accreditato: Paolo Gallo proveniente da Italgas

di Marco Scotti
Economia

Nomine, Fincantieri e Autostrade aprono le danze

Riparte il gran ballo delle nomine, una danza serrata che non conosce fermate ma solo qualche rallentamento. Quest'anno tocca - tra le altre - a Fincantieri, Autostrade e Italgas, che lasceranno il posto nel 2026 ai giganti Enel, Eni, Leonardo, Poste e Terna.

Partiamo dunque da Fincantieri, l'azienda di cantieristica navale che continua a crescere sotto la guida di Pierroberto Folgiero. Il manager, che è approdato al timone dell'impresa da Maire Tecnimont, gode di un consenso unanime e non dovrebbe avere problemi a ottenere una riconferma. Unica possibilità di movimento? Se Roberto Cingolani dovesse approdare in Eni lasciando sguarnita la sedia di Leonardo. Un'eventualità talmente remota da non essere neanche bancata dai bookmaker. E dunque Folgiero resterà al suo posto, concentrandosi sui dossier che ha curato in questo triennio.

Diverso il tema relativo alla presidenza. Lì, infatti, da agosto siede Biagio Mazzotta, che è subentrato al generale Claudio Graziano che si è tragicamente tolto la vita. I maligni sostengono che Mazzotta sia stato messo dal governo in quella posizione di prestigio per liberare la casella che occupava in precedenza, cioè il vertice della Ragioneria di Stato che ora è appannaggio di Daria Perrotta. L'attuale presidente di Fincantieri, dunque, potrebbe dover fare le valigie dopo meno di un anno. Ma un manager della sua esperienza non dovrebbe aver problemi a trovare una nuova collocazione.

Per quanto concerne Autostrade, invece, il tema è più complesso. Roberto Tomasi, l'attuale ceo, sta lavorando bene ed è apprezzato dal ministro competente, cioè Matteo Salvini che però deve agire di concerto con Giancarlo Giorgetti.

Sono i fondi che detengono una partecipazione nell'azienda che un tempo faceva capo ai Benetton, cioè Blackrock e Macquarie, che non sono soddisfatti dei risultati ottenuti: si aspettavano maggiore redditività dall'investimento profuso e premono per un avvicendamento. Per ora la sensazione è che si voglia evitare lo scontro.

Ma nel caso in cui, nelle prossime settimane, la tensione dovesse salire, pare che il nome che potrebbe essere speso è quello di Paolo Gallo, attualmente amministratore delegato di Italgas, che ha completato la fusione con 2i Rete Gas creando uno degli operatori più rilevanti a livello europeo complice un investimento complessivo da 15,6 miliardi di euro. Gallo può contare su un apprezzamento diffuso all'interno del governo. Quel che è certo è che è ripartita, di nuovo, la corsa alle nomine. Uno spettacolo imperdibile.

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